Matteo Renzi, nei giorni scorsi in Brasile, ha visitato la comunità italiana di San Paolo, città italianissima. Con il presidente del Consiglio c’era anche Fabio Porta, deputato eletto con il Pd nella ripartizione estera Sud America e Presidente del Comitato italiani all’estero e promozione del Sistema Paese della Camera dei Deputati.
L’incontro del premier con i connazionali è stato qualcosa di davvero importante, secondo Porta, anche perché “non era affatto scontato – sottolinea il deputato – che il Presidente del Consiglio incontrasse la collettività italiana nel corso del suo viaggio".
Secondo quanto spiega l’eletto all’estero in una nota, inizialmente il viaggio del premier era strettamente limitato da motivazioni “di ordine istituzionale alla sola partecipazione alla cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Rio de Janeiro”. Invece il capo del governo italiano ha voluto inserire nella propria agenda “gli incontri con le collettività italiane di San Paolo e Rio de Janeiro, oltre alla visita a Bahia di alcuni importanti e significativi progetti di cooperazione internazionale”. Già “è stato proprio Renzi” a volere incontrare i connazionali. Un appuntamento, quello col premier, a cui gli italiani “sono accorsi in massa”, assicura Fabio Porta.
Renzi durante gli incontri con gli italiani residenti in Brasile ha parlato dei temi più attuali, come il referendum costituzionale che si terrà ad ottobre: votare Sì, ha sottolineato il premier, vuol dire proiettare l’Italia nel futuro e renderla più semplice. Ma ha anche parlato di lingua italiana nel mondo, di cultura tricolore oltre confine, promettendo – riferisce Porta – “l’impegno suo personale e del governo a garantire maggiori risorse per le scuole, la promozione e l’insegnamento della lingua italiana nel mondo, a partire dalla prossima legge di stabilità”. L’ex sindaco di Firenze, sempre secondo quanto dichiara l’On. Porta, si è anche impegnato a sostenere a nome del governo e in raccordo con il Parlamento la proposta di destinare alla rete consolare i soldi derivanti dalla tassa di 300 euro che devono pagare i discendenti dei nostri emigrati per poter fare richiesta di cittadinanza italiana.
Parole, quelle di Renzi riportate da Porta, che suonano come musica dolce nelle nostre orecchie. Ma alle parole parole seguiranno i fatti o saranno ancora una volta i soliti annunci? Vedremo se il premier manterrà le promesse, che noi a questo punto ci siamo legati al dito. La prossima legge di stabilità non è poi così lontana.
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