Il 16 giugno gli italiani all’estero saranno chiamati a versare l’IMU e la Tasi sulla loro prima e unica casa di proprietà in Italia, in considerazione del fatto che essa, in base alla normativa vigente, viene considerata seconda casa. Dunque non solo si paga l’IMU, ma lo si paga con l’aliquota maggiorata, come se l’unica casa in Italia degli iscritti AIRE fosse una loro seconda abitazione.
Si sperava che l’attuale governo in carica, che aveva già eliminato l’esonero dal pagamento per i pensionati previsto dal governo precedente, dimostrasse, per effetto di questa particolare circostanza dovuta alla pandemia, una normale e comune sensibilità accogliendo la richiesta dell’On. Massimo Ungaro, che avrebbe fornito a tanti italiani, anch’essi duramente colpiti, la possibilità di trascorrere le vacanze in Italia senza ulteriori e gravosi sforzi economici.
Sarebbe stato questo un segnale di gratitudine, di sostegno, di sprono che avrebbe consentito o facilitato l’avvicinamento di tanti connazionali ai loro territori di provenienza ed ai loro affetti piu’ cari.
La richiesta ne prevedeva infatti, per la detta ragione, l’esonero per il corrente anno. Non è dato tuttavia conoscere le ragioni per le quali essa non sia stata accolta. Sarà forse lo stesso on. Ungaro a darne spiegazione.
Sta di fatto che il governo italiano ha voluto far cassa, ancora una volta, sulle loro spalle, imponendogli il versamento di questa imposta che essi mal digeriscono; imposta che, per principio, ritengono ingiusta, speculativa, vessatoria, immorale, utile solo a far cassa sulla pelle di chi ha già dato tanto e tanto ancora dà, senza aver ricevuto e ricevere mai niente in cambio.
Resta il fatto che gli italiani all’estero vogliono sì pagare le tasse sulla loro casa, ma come i connazionali residenti in Italia.
Sarebbe compito delle Rappresentanze del mondo dell’Emigrazione, CGIE, Comites, rappresentanti eletti, Associazioni, Patronati, Missioni cattoliche etc… unirsi per combattere ed eliminare questa ingiustizia.
Al Sottosegretario Ricardo Merlo (MAIE) dell’attuale governo in carica viene richiesta un’apposita iniziativa ed un convinto appoggio in tal senso.
La casa degli italiani all’estero, considerata come dimora fisica ed affettiva sul territorio nazionale, deve essere considerata, senza inique ed artificiose alterazioni di carattere normativo, parte integrante ed essenziale del Sistema Paese.