Il dibattito sul gioco d’azzardo in Italia è sempre acceso. Anzi, le ultime norme inserite nella manovra di bilancio approvata alla fine di dicembre 2018, con le quali sono stati determinati aumenti sia del Preu sugli apparecchi da gioco che sull’imposta unica per i casino online AAMS, la discussione si è scaldata ancora di più. Alcuni politici protestano sottolineando l’atteggiamento ipocrita del governo che da un lato condanna l’azzardo e dall’altro lo usa per fare cassa, aumentando il prelievo fiscale. Altri lamentano che il tema non viene trattato tenendo conto di tutte le sfaccettature che includono non solo le problematiche sociali relative all’azzardopatia, ma anche il peso economico ed occupazionale che questo settore ha in un Paese eternamente in crisi come l’Italia.
Senza dover necessariamente dover prendere le parti dell’una o dell’altra sponda, è certamente utile affidarsi ai dati pubblicati dall’Agenzia Dogane e Monopoli nel Libro Blu 2017, per farsi un’idea precisa di come sta andando il gioco legale in Italia.
Innanzitutto, è importante fare una distinzione terminologica tra raccolta e spesa: la prima infatti rappresenta l’ammontare complessivo delle scommesse fatte dai giocatori; la seconda invece corrisponde all’effettiva perdita subita dagli scommettitori e si ricava come differenza tra la raccolta e le vincite. Nel 2017 la raccolta ha raggiunto quota 101,8 miliardi di euro, contro i 96,1 miliardi del 2016. Nonostante questo, però, grazie ad un incremento delle vincite, la spesa si è contratta passando da 19,1 miliardi di euro a 18,9 miliardi di euro. Fluttuazione lieve anche per le entrate erariali che sono state pari a 10,3 miliardi nel ’17 contro i 10,4 miliardi dell’anno precedente.
Scomponendo la raccolta tra rete fisica e gioco a distanza, si scopre che gli italiani hanno speso 74,745 miliardi di euro nelle forme più tradizionali di gioco, quelle accessibili attraverso la rete fisica, mentre i siti di gioco a distanza hanno ricevuto scommesse per 26,932 miliardi di euro. Rispetto al 2016, le puntate effettuate nella rete fisica sono rimaste quasi invariate, mentre è cresciuta di oltre 5,5 miliardi di euro la raccolta dei casinò online AAMS e dei vari siti di gioco e scommesse legali. Il gioco online sta quindi guadagnando terreno, in parte trascinato dal diffondersi dei casinò per cellulare, in parte per il fatto di essere più conveniente, accessibile e flessibile, visto che richiede solo un computer (oppure tablet o smartphone) ed una connessione internet.
Quando si parla dei costi sociali della dipendenza da gioco d’azzardo, sono spesso gli apparecchi di gioco, quali slot e videolottery, ad essere i primi incriminati e forse non a caso, visto che sono in assoluto i giochi preferiti dagli italiani, con una spesa di quasi 49 miliardi di euro. Secondo in classifica sono i giochi di carte (tornei esclusi) ed i vari giochi da casinò con 16,310 miliardi di euro, seguiti poi dai giochi a base sportiva nei quali sono stati puntati quasi 10 miliardi di euro. Le lotterie hanno raccolto, nel 2017, 9,110 miliardi e 7,481 miliardi sono stati invece investiti nel Lotto.
Accanto ai dati ufficiali ADM relativi al 2017, stanno già circolando i risultati dei monitoraggi relativi all’anno che si è appena concluso. Il gioco d’azzardo, nel 2018, ha registrato una spesa complessiva pari 18,9 miliardi di euro, in pratica mantenendo lo stesso livello dell’anno precedente. Sono cambiate però le preferenze degli italiani che come dicevamo sopra, si stanno spostando dagli apparecchi slot ai casinò online, ma anche verso Lotto e scommesse sportive.