Per ragioni di geopolitica, l’Italia avrebbe potuto muoversi in un ruolo fondamentale in Libia. Invece, oggi sono altri Paesi a dirigere le danze. I Paesi in questione sono la Turchia e la Russia, i cui presidenti Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin stanno facendo da mediatori tra il premier libico del governo riconosciuto dall’ONU Fayez al Serraj ed il generale della Cirenaica Khalifa Belqasim Haftar.
Di fatto, sono Erdogan e Putin a comandare le danze. L’Italia avrebbe potuto esercitare un ruolo da protagonista in Libia, per tutto il pregresso. Invece, oggi non ha più un ruolo di interlocutore principale. Questo sta avvenendo per colpa dell’operato dell’attuale Governo che rasenta il dilettantismo. Basti pensare a quando avrebbe dovuto incontrare i due contendenti e ha accolto Haftar come un capo di governo, provocando la reazione seccata di al Serraj, il quale ha disertato l’incontro.
Questo Governo non ha una posizione chiara. Prima sembra che si schieri con Haftar e poi con al Serraj. Questo non solo rischia di non portare nulla alla causa del processo di pace in Libia, ma rischia anche di compromettere gli investimenti delle nostre imprese nell’ex-colonia italiana e di avere delle conseguenze anche riguardo alla questione del contrasto all’immigrazione clandestina. Il nostro Paese non sta facendo una degna figura.