Torna con forza la violenza in Libia. Chris Stevens, ambasciatore americano in Libia, è stato ucciso ieri durante l’assalto contro la sede di rappresentanza Usa a Bengasi, assieme a un funzionario – Sean Smith, un agente dei servizi segreti – e due Marines. Poco dopo le 21.30, ora locale, una folla inferocita e armata ha preso d’assalto l’edificio: manifestanti armati di mitragliatrici e Rpg hanno fatto fuoco, i dimostranti hanno appiccato le fiamme alla struttura, che si trova all’interno di un compound, e issato la bandiera nera islamica dopo aver strappato e bruciato quella americana.
Il gruppo radicale Ansar al-Sharia ha rivendicato l’attacco al consolato americano a Bengasi. Il gruppo ha spiegato che si e’ trattato di una vendetta per l’uccisione di Abu Yahya al-Libi, cittadino libico e numero due di al-Qaeda. Gia’ alcuni testimoni e il sottosegretario libico agli Interni, Wanis al-Sharif, avevano puntato il dito contro Ansar al-Sharia, milizia islamica legata ad al-Qaeda.
A provocare l’ira dei dimostranti, anche un film su Maometto prodotto da copti negli Usa considerato offensivo per l’Islam. La circostanza ha fatto collegare l’assalto di Bengasi alla pellicola. "L’Islam e’ un cancro. La pellicola ‚ un film politico, non un film religioso": cosí Sam Bacile, regista e produttore del film ha descritto al Wall Street Journal il senso del suo lungometraggio.
OBAMA, OLTRAGGIOSO ATTACCO Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha ricordato in un comunicato l’ambasciatore Chris Stevens: “Era un rappresentante degli Stati Uniti coraggioso ed esemplare” che si è fin dall’inizio “impegnato fortemente per sostenete la transizione democratica in Libia”. Obama ha fermamente condannato "l’oltraggioso attacco" sferrato alla rappresentanza a Bengasi. L’inquilino della Casa Bianca ha dato disposizioni perche’ sia garantita la sicurezza al personale in Libia e alle sedi diplomatiche in tutto il mondo. Gli Stati Uniti, ha fatto sapere Obama, "respingono gli sforzi di denigrare le convinzioni religiose altrui".
MONTI, CONDANNIAMO CON MASSIMA FERMEZZA GESTO EFFERATO Mario Monti, commentando l’attacco in Libia, ha dichiarato: “Condanniamo con la massima fermezza questo efferato gesto e siamo a fianco delle autorità della nuova Libia democratica che non lesineranno gli sforzi per impedire che il nuovo corso libico, che l’Italia appoggia risolutamente, sia preso in ostaggio". Il premier ha espresso “le più sentite condoglianze al presidente Obama e al popolo Usa del popolo italiano, del Governo italiano, e mie personali”. Per quanto concerne “i cittadini italiani presenti in Libia, teniamo sotto attento monitoraggio la situazione e non ho da parte mia particolari comunicazioni da fare”.
TERZI, ORRORE E SDEGNO PER GESTO INFAME Giulio Terzi, ministro degli Esteri, considera l’attentato in Libia ai danni degli Usa “un gesto infame”. "Le notizie da Bengasi suscitano orrore e sdegno. Condanniamo nella maniera piu’ ferma questo terribile attentato su cui va fatta al più presto piena luce", ha aggiunto il titolare della Farnesina. "Il mio pensiero va innanzitutto alle famiglie delle vittime di un gesto infame che colpisce uomini impegnati in prima linea per ridare speranza e sostenere un popolo che vuole costruire il proprio futuro di liberta’ e democrazia". Il capo della diplomazia italiana ha espresso "la piu’ sincera e profonda solidarieta’ agli Stati Uniti, e in particolare al segretario di Stato Hillary Clinton, per il sacrificio di vite umane del Dipartimento di Stato, in una giornata tristissima per tutti”.
Discussione su questo articolo