Dopo giorni e giorni di combattimenti, che hanno causato decine di morti e migliaia di feriti, le truppe del Consiglio nazionale transitorio in Libia hanno deciso di ritirarsi dal centro di Sirte. Una scelta obbligata, dovuta ad una pesante offensiva messa in campo dai fedeli a Muammar Gheddafi.
Per le truppe ribelli è stata davvero una giornata nera. Inoltre la notizia della cattura di un figlio del colonnello, Mutassim, è stata smentita. Un altro figlio di Gheddafi, Saadi, oggi è stato indagato per l’omicidio di un ex giocatore della nazionale di calcio iraniana negli anni Ottanta.
Ma la Libia non è l’unico scenario mondiale dove si combatte. Mentre Amnesty denuncia torture nelle carceri del Cnt, anche dalla Tunisia del dopo Ben Ali arriva l’accusa al nuovo governo ad interim di tollerare l’uso della violenze nelle prigioni. Violenze anche in Siria, dove oggi si registra l’uccisione di tre dissidenti da parte delle forze di sicurezza, che hanno rafforzato la loro presenza al confine con il Libano dopo la notizia di cittadini fuggiti all’estero da Homs.
Discussione su questo articolo