Finalmente il presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano, sempre con le sembianze del salvatore della Patria, è tornato ad illuminarci con un suo intervento nell’aula del Senato sulla crisi Libica. Dopo aver espresso apprezzamento per quanto detto dal Ministro della Difesa, ha affermato che il pericolo di una minaccia dell’Isis è concreto e che noi non possiamo tirarci indietro, così come non ci siamo tirati indietro nel 2011. Mi auguro fortemente che questa volta Napolitano abbia fatto centro, in quanto troppe volte nel passato non solo non ha centrato il bersaglio, ma non lo ha nemmeno sfiorato.
Ecco alcuni esempi: da giovane si iscrisse al GUF ed elogiò con un articolo "L’Operazione Barbarossa"; poi, verso la fine della guerra, affermò che nei GUF si respirava aria antifascista (le favole hanno sempre un certo fascino) e successivamente si iscrisse la PCI. Elogiò, nel 1956, le truppe sovietiche che massacravano i magiari, in quanto le considerava un baluardo a difesa della democrazia e della libertà. Ebbene con questo curriculum, senza menzionare altre significative "distrazioni", la sinistra lo ha eletto Presidente della Repubblica, incarico nel quale manifestò tutta la sua "imparzialità" ed immensa "lungimiranza e saggezza".
Basta citare due casi: nel 2006 considerò non urgente la situazione di una ragazza che poi morì dopo appena due giorni senza alimentazione e non prese mai in considerazione le "profezie" di Gheddafi circa il pericolo rappresentato dai terroristi legati a Bin Laden, anzi fu uno dei sostenitori della guerra contro il colonnello libico, poichè "non possiamo lasciar calpestare il risorgimento arabo".
Morale della favola, quanto vagheggiato da Napolitano è andato sempre in frantumi ed anche il tanto chiacchierato ribaltone non ha dato i frutti auspicati e, pertanto, c’è da pensare che anche questa volta abbia preso lucciole per lanterne, ma quanto sta accadendo sulle coste Libiche non lascia affatto tranquilli.
Significativa è stata l’immediata dichiarazione di Paolo Ferrero di Rifondazione comunista: "Napolitano continua a sbagliare nonostante non sia più Presidente della Repubblica". I terroristi dell’Isis, forti della miopia e dell’inconcludenza dei paesi dell’Ue, in primis il nostro paese, rappresentano un vero incubo soprattutto per l’Italia che è la più esposta. Vabbé, qualcuno potrà dire: abbiamo le nostre FF.AA. usiamole. Purtroppo è pura utopia: infatti, causa un’ottusa ideologia, sono ridotte ai minimi termini, l’esercito può mettere in campo massimo 5 o 6 brigate assolutamente insufficienti al bisogno mentre la marina e l’aeronautica sono ridotte ancor peggio.
Per quanto concerne poi le Forze adibite all’ordine pubblico è meglio non parlare, in quanto sembra che l’unico compito che debbano assolvere sia quello di proteggere gli appartenenti alle caste con scorte ben robuste, mentre sarebbe salutare che qualche carciofata arrivasse in faccia a chi ai quattro venti gridava che non avrebbe accettato la scorta per non sentirsi in gabbia, ma ora, deve accettare per puro rispetto del protocollo. L’obbrobrioso, incivile e doloroso episodio recentemente accaduto in Sicilia, ove si vede coinvolto anche il 118, è emblematico di un’Italia marcia oltre ogni limite. La ridicola ed oziosa politica di tre governicchi tutta impostata sul buonismo e sul vogliamoci bene, tanto da cancellare il reato di clandestinità, ha fatto il resto, tanto che si ha la certezza che terroristi dell’Isis già scorazzano nel paese di Bengodi. Ora, come sempre, aspettiamo che l’ONU, o meglio, i tanto disprezzati USA, ci parino le terga.
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