Il regime di Gheddafi è caduto. Nell’Est del Paese, in Cirenaica, la popolazione è in festa. I ribelli hanno conquistato il 90% di Tripoli, dove comunque si continua a combattere. Ora è caccia al Colonnello, che è rinchiuso nel suo bunker. Secondo fonti diplomatiche, infatti, "è ancora a Tripoli", e "potrebbe tuttora trovarsi nella sua residenza a Bab al-Aziziyah".
La scorsa notte gli insorti sono entrati nella capitale con centinaia di camion e furgoni, accolti da una folla in festa. I ribelli hanno preso il controllo della tv di Stato a Tripoli. In mattinata un’auto-colonna ha attraversato le strade di Tripoli fino ad arrivare nella centralissima Piazza Verde, che da oggi cambierà nome: è stato deciso di chiamarla Piazza dei Martiri, per ricordare e rendere onore a tutti quelli che sono morti combattendo contro le truppe di Gheddafi.
"Gheddafi è finito!", "l’era di Gheddafi è terminata!", si urla per le strade. Nei checkpoint e nei villaggi è un tripudio di bandiere. Il Colonnello a quanto pare è davvero spacciato, tanto che Stati Uniti, Gran Bretagna ed Unione europea gli hanno chiesto di lasciare immediatamente il poter per non finire, insieme ai suoi uomini, "in un bagno di sangue". Tuttavia, come ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini, per un esilio o un salvacondotto "siamo fuori tempo massimo", ormai l’unica strada è "quella della giustizia e della Corte penale internazionale". Frattini spiega che fino a due o tre mesi fa "l’idea di un possibile salvacondotto, di una soluzione di mediazione l’avremmo anche potuta valutare. Ma a questo punto il tempo è scaduto, non ci sono alternative alla resa".
Nel frattempo la Francia guarda già al dopo-Gheddafi: il ministro degli Esteri Alain Juppe propone un incontro a Parigi con gli alleati internazionali, proprio per discutere insieme su una possibile tabella di marcia per ciò che riguarda il futuro della Libia: "Proponiamo un incontro straordinario del Gruppo di contatto, al massimo entro la settimana prossima – ha detto l’omologo francese di Frattini -, per predisporre un piano d’azione con le autorità libiche".
Il Regno Unito non resta certo a guardare. David Cameron, primo ministro britannico, ha dichiarato che il regime del leader libico Muammar Gheddafi è in ”piena ritirata”: "Gheddafi deve cessare di combattere, senza ulteriori condizioni, e mostrare chiaramente che ha rinunciato a qualsiasi pretesa di controllo sulla Libia”. "Il nostro compito ora e’ di fare tutto il possibile per sostenere la volonta’ del popolo libico che chiede un radicale cambiamento, nella direzione di una Libia libera e democratica".
L’Europa ha deciso per adesso di mantenere le sanzioni imposte al governo libico, anche se si dice pronta a rimuoverle rapidamente al momento giusto. Sono circa 50 le entità libiche sottoposte a sanzioni Ue e più di 30 funzionari libici hanno subìto misure come il congelamento di asset e il divieto di viaggio.
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