Le origini della crisi attuale "vanno cercate negli errori compiuti anche dalla comunità internazionale, nella fase successiva alla caduta del vecchio regime". Lo ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante un’informativa urgente in aula alla Camera sulla situazione in Libia.
La caduta di Gheddafi, per Gentiloni "ha scoperchiato rivalità politiche religiose, regionali, etniche e tribali che il vecchio regime dittatoriale era riuscito in gran parte a soffocare, e ha evidenziato l’incapacità di incanalare tali forze all’interno di un dialogo democratico, nonostante alcune tappe incoraggianti, come le elezioni del luglio 2012".
Oggi dunque, per il titolare della Farnesina, "ci troviamo con un paese con un vastissimo territorio, con istituzioni praticamente fallite, e potenziali gravi ripercussioni non solo su di noi ma sulla stabilità e sostenibilità dei processi di transizione nei paesi africani nelle sue immediate vicinanze".
"Dire che siamo in prima linea contro il terrorismo non significa annunciare crociate o avventure". L’Italia e’ "pronta ad assumersi responsabilita’ di primo piano" in Libia. "Siamo pronti – spiega Gentiloni – a contribuire al monitoraggio del cessate il fuoco, al mantenimento della pace, a lavorare per la riabilitazione delle infrastrutture, per l’addestramento militare, per sanare le ferite della guerra e a riprendere il vasto programma di cooperazione sospeso la scorsa estate a causa del conflitto". "La situazione va seguita con la massima attenzione", conclude il ministro.
Discussione su questo articolo