"Una forza straniera ha ordinato l’esecuzione" del colonnello libico Muammar Gheddafi, ucciso lo scorso 20 ottobre durante i concitati eventi dell’assedio finale delle forze del Cnt a Sirte. Ne è convinto l’ex primo ministro del governo ad interim libico, Mahmoud Jibril, che in una nota ha avanzato il sospetto che l’ex rais sia stato ucciso su richiesta "forse di uno Stato o di un leader straniero che non voleva che fossero rivelati i numerosi segreti custoditi da Gheddafi".
Jibril ha quindi auspicato che ora "non venga ucciso chi ha sparato a Gheddafi, ma che sia arrestato", in modo che possano emergere "i tanti segreti che ci sono dietro questo omicidio". L’ex premier del Cnt ha quindi ricordato come Gheddafi abbia avuto "relazioni con diversi Paesi e leader politici".
L’esponente delle forze rivoluzionarie ha quindi dichiarato che la presenza dell’erede di Gheddafi, Saif al-Islam, e dell’ex capo dell’intelligence, Abdullah al-Senussi, rappresenta una minaccia per il Cnt. Secondo Jibril, è "probabile" che entrambi si nascondano da qualche parte nel sud della Libia.
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