Caos politico in Italia, dopo le elezioni del 4 marzo. Alla fine non ha vinto nessuno. Qualcuno lo aveva previsto mesi fa (Ricardo Merlo, per esempio, fondatore e presidente del MAIE, guarda qui la VIDEO INTERVISTA), oggi la situazione è di stallo totale. Cosa accadrà? Le consultazioni al Quirinale che il presidente Mattarella avvierà questa settimana potranno darci forse qualche indizio.
Certo è che al momento la confusione è totale. Questo accade oggi anche perché gli italiani hanno detto no al referendum costituzionale.
Non siamo noi a sostenere questa tesi, ma Vittorio Feltri, fondatore e direttore di Libero, che scrive: “Fosse passato il referendum osteggiato dalla maggioranza dei votanti, influenzati negativamente dai politicanti di sinistra e di destra, ora non saremmo felici, ma neppure disperati come siamo”. Infatti, continua, “qualcuno avrebbe vinto le elezioni e avremmo un governo, invece nessuno è in grado di comandare e viviamo nell’attesa di un miracolo che non ci sarà”.
Non solo. Con la vittoria del sì al referendum, aggiungiamo noi, avremmo avuto un minor numero di poltronari parcheggiati in Parlamento, le leggi sarebbero state più veloci e sarebbero spariti gli enti inutili, come il Cnel, una volta per tutte. Si è voluto colpire Renzi e in realtà ci siamo fatti del male noi.
Su giornali e tv si sono fatte mille ipotesi, ma nessuna è concreta, osserva Feltri: “Tutto quello che leggiamo in questi giorni a proposito della formazione di un esecutivo è chiacchiera inconcludente. I commentatori si abbandonano a fantasie e trascurano l’aritmetica che ha le sue esigenze. Infatti – sottolinea – chi non raggiunge, da solo o con altri, la metà più uno dei parlamentari, non è attrezzato neanche ad aprire la bocca”.
Elezioni anticipate, dunque, unica soluzione? Sì, ma dopo una eventuale riforma elettorale, perché altrimenti “avremmo un risultato fotocopia di quello del 4 marzo”. Amaro Feltri nella sua conclusione: “La gente non reagisce, chiede spiegazioni e non le ottiene perché non ci sono. Il quadro è desolante. Ma chissenefrega”.