Vittorio Feltri, direttore editoriale del quotidiano "il Giornale", ospite di Lilli Gruber a "Otto e mezzo", la trasmissione di approfondimento politica su La7, insieme a Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, affronta il tema delle liberalizzazioni del governo, della crisi dell’editoria, fino ad arrivare ad argomenti strettamenti politici, come la posizione di PdL e Lega riguardo il governo del professore bocconiano.
Si parte dalla frase del viceministro del Lavoro Martone,, che ha detto che "se a 28 anni non sei ancora laureato, sei uno sfigato". Cosa ne pensano i due giornalisti? "Una frase del genere non aiuta ad affrontare il problema", secondo Giannini. "E’ vero che la media dell’età in cui si laureano i ragazzi italiani è superiore a quella europea. Ma prendere di petto il problema non aiuta, e rischia anzi di sollevare una polemica mediatica inutile". E Feltri? "Uno studente lavoratore che si laurea a 28 anni merita applausi. Per uno studente che non lavora, laurerarsi a 28 anni suscita almeno delle perplessità. Chi si laurea a 28 anni facendo solo lo studente, è solamente uno sfigato o un cretino". "Se un ragazzo si laurea in un giusto tempo – continua Feltri – e riesce a ottenere anche un buon voto, credo non abbia difficoltà a trovare lavoro. Certo, se uno si laurea in filosofia, è molto difficile che trovi presto un lavoro che dia soddisfazione, anche a livello economico. Quando ci si iscrive all’università, è giusto pensare allo sbocco professionale, oltre che alle proprie passioni".
Il blocco dei Tir in Italia? "Monti lo sapeva che ci sarebbero state forti proteste. La cura del governo è cominciata con un pacchetto di risanamento dei conti pubblici, ora la seconda fase continua con le liberalizzazioni che ovviamente vanno a toccare dei privilegi". Così Giannini.
Berlusconi era più bravo di Monti a cercare consensi?, chiede Lilli Gruber a Feltri. "Non mi pare le cose stiano così. Monti – osserva il giornalista – ottiene dalla stampa commenti positivi. Berlusconi non era accolto molto bene, soprattutto ultimamente. I colleghi di Repubblica con Monti sono sorridenti e ammicchevoli. Naturalmente qualche critica a Monti è arrivata anche da Repubblica. Credo anche che Monti abbia assunto l’incarico in un momento molto difficile, bisognerebbe concedergli molte attenuanti. Liberalizzazioni? La cosa stupefacente è che abbia cominciato con categorie non di privilegiati. I notai? C’è stato semplicemente un ampliamento della pianta organica. 500 notai in più non credo porteranno molti benefici. Così come non capisco i benefici che potrebbero arrivare dall’aumento dei farmacisti".
Giannini? "Si poteva fare di più. Ma guardiamo da che base partivamo. Chi punta il dito contro Monti e lo rimprovera di scarso coraggio, in questi tre anni e mezzo non dice che Berlusconi non ha liberalizzato nemmeno una spilla. Non si tratta di valutare queste prime liberalizzazioni, ma le liberalizzazioni in senso generale. E’ vero che 500 notai in più forse non fanno la differenza, ma un maggior numero di notai, un maggior numero di tassisti, determina una riduzione delle tariffe. Le liberalizzazioni hanno al centro il consumatore: fino adesso si difendeva il prestatore d’opera, e non il consumatore finale". Ma Feltri sorride: "Credo che su una cosa abbia ragione Giannini, quando dice che Berlusconi in 16 anni di politica non è riuscito a realizzare la rivoluzione liberale che aveva in programma, perchè in effetti non è successo niente in tutti gli anni in cui Berlusconi è stato a Palazzo Chigi. Ma ora stiamo parlando di Monti: gli edicolanti, per esempio, si sa che vendono sempre meno giornali. Sono già in una situazione di estrema difficoltà. Ora i giornali potranno essere venduti ovunque: e così gli edicolanti venderanno meno giornali. Ma come mai le edicole non possono vendere le sigarette, lo yogurt, e altre merci?". "Quando è stato fatto l’esperimento di portare i giornali nei bar, non c’è stato l’aumento di una sola copia. Si vendono meno giornali e basta. Se impedisci alle edicole di vendere altra merce mentre ad altri negozi consenti di vendere i giornali, commetti un’ingiustizia". Giannini: "E’ probabile che in prospettiva anche alle edicole venga permesso di vendere merce di altro genere". "Noi di Repubblica abbiamo guadagnato copie nell’ultima parte dell’anno. Noi non abbiamo fatto fatica ad aprirci alla fase Monti".
E il Giornale di Feltri? Ha sofferto con l’arrivo del governo Monti? "Sono in questo ramo da 45 anni. Non ho mai visto un giornale denunciare una perdita di copie. Tutti dicono che sono in crescita, anche se solo di uno 0,… La verità è che negli ultimi 12 anni il numero complessivo delle copie vendute in Italia è crollato. Dal 2009 al 2010, quando lo dirigevo io, il Giornale è cresciuto. E’ vero o non è vero che mai nessun editore dichiara di perdere copie? E’ vero o non è vero che molti giornali regalano copie? Il Giornale rispetto all’anno scorso vende qualche copia in meno, ma non dipende dal fatto che Berlusconi non sia più a Palazzo Chigi, dipende dal mercato".
BOSSI E LA LEGA Ormai Maroni è più popolare di Bossi. Quanto resisterà il Senatur? "La partita penso la vincerà Maroni, Bossi credo resisterà poco", sostiene Feltri. "La Lega è un partito invecchiato senza aver raggiunto un solo obiettivo di quelli che si prefiggeva. Il federalismo, per esempio, è rimasto lettera morta. Gli elettori di fronte a questi insuccessi è chiaro che riflettono. E poi non è stato gradito fra le camicie verdi il fatto che Bossi intendesse inserire nella Lega il diritto dinastico, il suo successore dovrebbe essere stato il cosiddetto ‘trota’, suo figlio. Qualcuno rimprovera inoltre a Bossi di aver seguito il governo Berlusconi anche quando il governo del Cavaliere non era solidissimo".
Giannini: "Berlusconi e Bossi sono declinati. Bossi anche per ragioni legate alla sua malattia, Berlusconi perchè è ormai un leader fuori dai giochi politici".
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