In Forza Italia dicono che Silvio Berlusconi si occupi sempre meno di politica: l’umore del Cavaliere, tendente al cupo, è concentrato sul processo di appello per il caso Ruby (a proposito del quale, per inciso, molti si chiedono come mai non si siano sfruttati gli scontri nella Procura di Milano, visto che Edmondo Bruti Liberati è accusato dal suo aggiunto Alfredo Robledo di aver commesso un abuso nell’affidare l’accusa a Ilda Boccassini), e sulle vicende aziendali. Quanto al partito, Maria Rosaria Rossi, alla quale è stata affidata l’amministrazione, è considerata una sorta di liquidatrice: il prossimo oggetto di attenzione potrebbe essere palazzo Grazioli.
Nella politica i due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta aspettano lumi dal quartier generale, dopo l’apertura del Movimento 5 Stelle al dialogo sulle riforme con Matteo Renzi. Apertura che evidentemente rischia di togliere proprio a FI la centralità che ha avuto finora, l’unica ragion d’essere del suo potere; anche se Renzi non sembra dare per ora credito ai grillini.
Sull’economia, da tempo Brunetta ha rinfoderato le armi e il suo contropelo alle riforme renziane. La raccolta di firme per il presidenzialismo serve soprattutto a tenere desta l’opinione pubblica.
Tutto questo mentre si avvicina un 2015 che sarà cruciale non solo perchè c’è la possibilità che si tengano le elezioni politiche, ma anche a causa della tornata di consultazioni regionali in regioni chiave e sulla carta contendibili come Veneto, Puglia, Campania, Calabria; oltre a Marche, Toscana, Umbria, Liguria. In queste ultime la battaglia sarà prevalentemente interna al Pd, tra vecchia e nuova guardia. Ma nelle altre il partito di Berlusconi rischia di essere scavalcato politicamente e numericamente dalla Lega al Nord, e dal movimento che sta mettendo in piedi Raffaele Fitto al Sud.
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