A seguito della decisione della Polonia di non riconoscere più la supremazia delle direttive dell’Unione Europea, si parla di disgregazione della UE. Questa Unione Europea è fatta male e tutte le pecche si stanno vedendo. In primo luogo, quando fecero entrare i Paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), i capi europei avrebbero dovuto immaginare che questi Paesi non si sarebbero mai allineati alle loro direttive.
In secondo luogo, questa Unione Europea si basa solo sulla tecnocrazia. Non è democratica ed è lontana dal sentire dei cittadini. Basti pensare alla questione della riforma del catasto, la quale è partita da Bruxelles ed è stata recepita anche dal Governo italiano. Questa Unione Europea sta mostrando un volto illiberale e statalista. Basti pensare, ancora, anche alle norme sulle grandezze delle melanzane e dei piselli. Sono norme cervellotiche che danneggiano il commercio dei piccoli produttori a vantaggio delle multinazionali.
Un sistema autenticamente liberale non funziona così. Semmai, favorisce la concorrenza e fa sì che un piccolo imprenditore possa crescere.
Serve una vera riforma delle istituzioni europee. Per esempio, anche il presidente dell’Unione Europea dovrebbe diventare elettivo. Norme come quelle prima citate dovrebbero essere abrogate. Infatti, cosa conta la grandezza di una melanzana? Semmai, conta la qualità del medesimo ortaggio. Oltre a ciò, l’Unione Europea dovrebbe valorizzare le peculiarità di ciascuno Stato che la compone e non dovrebbe essere vista come un male. Solo in questa maniera si può salvare.