Caro Ricky, bel pezzo il tuo (“Questo governo se ne frega degli italiani all’estero”). Garbato e rispettoso, ma chiaro e duro.
Viene da pensare: ma come, un plurilaureato pluri-master superstimato e superrispettato come Mario Draghi, un uomo le cui qualità sono apprezzate in tutta Europa, competenza fuori discussione, leader applaudito, l’uomo mandato dal Cielo, per la miseria, possibile che sia indifferente al dieci per cento dei suoi concittadini solo perché stazionano fuori del Paese?
Senza contare che, diciamocelo senza tante storie, rappresentano un serbatoio di oltre sei milioni di voti.
Non ci posso credere.
E allora, la seconda considerazione viene quasi da sola: forse gli interessi in gioco vanno molto oltre? Tanto oltre che il serbatoio estero diventa piccolo? Altrimenti non si spiega. O forse si spiega anche troppo.
E’ rimasta una voce che grida nel deserto e batte i pugni sul tavolo. Commovente. Ma senza condottiero non si va molto lontano.
Avevamo un paladino. Armato di intelligenza e di passione, la musica la suonava forte e chiara. Sapeva farsi sentire, sapeva muoversi. Ma soprattutto aveva voglia di muoversi. Forse è proprio questo. Ci faceva sentire uniti. E uniti si è forti. E questo può dare fastidio.
Vabbè, gente. Faremo così: ce lo ricorderemo al momento di andare alle urne, no? “Whatever it tackes” (ricordate il 2012 e la BCE?). Anche noi faremo tutto quanto sarà necessario. Nel nostro (neanche poi tanto) piccolo.
Graziella Carrera dalla Repubblica Dominicana. Dove governa Luis Abinader, il più giovane presidente che abbia mai avuto il Paese. E che è davvero il Presidente di tutti. Anche di noi stranieri che viviamo qui.