Caro direttore,
se uno nasce da padre o madre cittadini italiani, per la legge, è italiano dalla nascita, ovunque essa avvenga. Se uno nasce nel territorio della Repubblica da genitori apolidi o ignoti, è pure cittadino italiano.
Ma se questo diritto è previsto dalla legge, perché per ottenere il riconoscimento della cittadinanza deve sborsare 300euro?
Una vera e propria tassa, che frutta milioni di euro ogni anno. E attenzione: il ricavato non viene usato per aumentare il personale nei consolati o per smaltire le pratiche arretrate, no. Finisce nel calderone del bilancio italiano.
Il risultato è che in molti consolati la situazione è caotica e le file interminabili, senza parlare di quanto sia lungo e tedioso il processo.
Come se tutto ciò non fosse sufficiente, questo “contributo” può rappresentare una cifra ingente per le famiglie, che in alcuni casi hanno dovuto vendere i propri beni per ottenere questo diritto.
Come è possibile che si debba pagare per un ottenere la cittadinanza che è un diritto che discende dalla nascita? Bisogna eliminare questa tassa, serve una rete consolare più forte, efficiente e veloce.
Filippo Ferretti
IL COMMENTO DI VINCENZO ODOGUARDI, MAIE
“Filippo Ferretti ha messo in evidenza un problema molto importante: le difficoltà e le ingiustizie che riguardano gli italiani che devono richiedere la cittadinanza italiana. Se si tratta di un diritto, perché pagare una tassa di 300 euro? Il MAIE vuole eliminare questa tassa e rendere il processo di richiesta della cittadinanza gratuito e più veloce”. Lo dichiara Vincenzo Odoguardi, candidato senatore per il MAIE in Nord e Centro America.