Caro direttore,
stanno arrivando sui vari siti d’informazione i nominativi dei candidati al Parlamento in rappresentanza degli italiani all’estero. Indipendente dalla fede politica, non leggo i loro programmi, ma solo la richiesta di essere eletti per una poltrona che assicurerà a qualcuno di loro una montagna di euro.
Dal mio modesto punto di vista, credo che sarebbe opportuno che i pochi rappresentanti che saranno eletti si unissero – senza seguire le direttive dei loro partiti – nel portare all’attenzione del governo le varie problematiche dei Paesi che rappresentano.
Sarebbe opportuno proporre al governo una unica direttiva, con accordi con i vari stati per ricevere le pensioni detassate. Oppure, se questo risultasse di difficile attuazione, sarebbe bene che il cittadino e i suoi familiari, una volta rientrati in Italia, avessero l’assistenza sanitaria come gli altri abitanti in Italia, senza alcuna limitazione.
Altra proposta: che gli iscritti AIRE possano scaricare le spese mediche, comprese quelle per l’assicurazione medica, comprovate da validi documenti che saranno specificati nell’accordo, perché oggi le tasse vengono pagate in Italia senza ricevere alcun beneficio.
Esistenza in vita. Senza nulla togliere ai vari sindacati e patronati, perché non fare un accordo tra le banche a cui è inviata la pensione e che siano questa a fornire alla CitiBank il relativo documento?
Sarebbe necessario risolvere certe problematiche fornendo un servizio migliore, senza appoggiarsi a dei privati che fanno solamente il loro interesse e non quello dei cittadini all’estero. Questo è il mio pensiero.
Martino Di Simo