L’Italia manterra’ i suoi impegni, restera’ sotto il 3% nel rapporto deficit-pil ‘senza fare debiti’. E le misure che mettera’ in campo avranno come ‘base’ le sei raccomandazioni che la Commissione Ue ha rivolto al governo nell’accompagnamento della chiusura della procedura di infrazione. Il premier Enrico Letta rassicura il presidente della commissione Ue Manuel Jose’ Barroso, ma si dice anche piu’ ottimista sulla possibilita’ di vedere una luce in fondo al tunnel di quello che non ha esitato piu’ volte a definire un vero e proprio ‘incubo’: la disoccupazione giovanile. Si’ perche’ il vertice riunito ieri a Roma dei ministri del Lavoro e delle Finanze ‘delle quattro piu’ importanti economie dell’eurozona’ (Italia, Germania, Francia e Spagna) ha segnato con chiarezza la volonta’ di ‘lavorare uniti’ per fermare l’emorragia disoccupazionale.
Ora sara’ il vertice europeo di giugno a dover tradurre quella che e’ ormai diventata ‘la priorita’ politica europea’ in fatti concreti. E il primo tassello lo mette proprio Barroso: ‘Per lottare contro la disoccupazione giovanile – ha detto – occorrono si’ i fondi nazionali, ma anche risorse europee’, usando i ‘fondi strutturali’ anche per rilanciare l’occupazione.
Tutto questo sul fronte europeo, perche’ sul fronte interno la strada, ha assicurato Letta, e’ gia’ tracciata. ‘Con parsimonia, faremo tutte le scelte di politica economica sociale e fiscale che vogliamo portare’ avanti. Prima fra tutte il decreto del ‘fare’, che ‘punta ad aiutare tutti gli italiani che vogliono, appunto, ‘fare’, mettere in campo iniziative, senza avere addosso le burocrazie’. Sempre senza dimenticare l’importante ruolo che l’Italia ha riconquistato in Europa. E che non intende perdere. Per questo, il premier ha annunciato che le misure che verranno prese nelle prossime settimane avranno sempre come punto di partenza ‘politico-giuridico’ le raccomandazioni europee. ‘E’ un passo politico importante – ha detto – saranno la base delle scelte che faremo d’ora in poi’.
A riconoscere ‘gli sforzi tremendi’ fatti dall’Italia per risalire la china e’ stato lo stesso Barroso, consapevole pero’ che ora e’ finito il tempo della sola austerity. In Europa e in Italia. Se Roma ora ha bisogno di ‘riforme strutturali per promuovere competitivita’ e sostenere la crescita’, Bruxelles deve smetterla di portare avanti estenuanti dibattiti tutti concentrati solo sul rigore e creare invece ‘un nuovo consenso europeo’, che punti a produrre misure ‘concrete’ per l’occupazione. Ma questa volta, dopo tante ‘fumate nere’ al termine di lunghe trattative notturne conclusesi con mere dichiarazioni d’intenti, anche Barroso, si e’ detto ottimista sulla possibilita’ che i 27 riescano a giugno a mettere in campo decisioni che possano avere un impatto concreto sui cittadini. Anche grazie ‘all’importante contributo’ di Letta.
Del dramma della disoccupazione e dei ‘riflessi negativi sulla vita delle famiglie’, Barroso ha parlato anche con papa Francesco e con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, con il quale ha affrontato anche il tema dell’immigrazione. Ma che l’Europa non possa piu’ permettersi rinvii e’ ormai chiaro. E il premier ne e’ consapevole, anche se ha preferito non sbilanciarsi. ‘Dopo ieri sono un pochino piu’ ottimista – ha confermato – pero’ siccome penso che bisogna essere molto realisti, attendo le conclusioni Consiglio europeo, sapendo che dovranno essere molto concrete per dare risultati alle famiglie italiane e europee che vivono il dramma della disoccupazione giovanile’.
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