E volevate che Letizia Maria Brichetto Arnaboldi, vedova Moratti, salutata la giunta regionale lombarda e persa l’occasione di fare la ministro con la Meloni non stesse cercando un incarico, fosse anche dalle parti di Calenda & Renzi, almeno come futura candidata presidente del centro-sinistra-centro alle prossime elezioni in Lombardia? Detto e fatto: lasciato un posto se ne prepara un altro e in quarantotto ore opplà, la frittata è capovolta con Letizia Maria pronta a correre per il fronte progressista.
Senza offesa ed anzi con simpatica cordialità, la Signora Letizia – figlia e nipote di casate illustri, costellate di lombi nobili rigorosamente dai doppi nomi e dotata per stirpe di un patrimonio impressionante – non ce la fa a stare ferma un minuto e tantomeno a restare in seconda fila, né si pone il problema di un minimo di coerenza politica.
D’altronde – nella disperata ricerca di posti e visibilità – negli anni ha messo insieme un curriculum impressionante. Già presidente della Rai, di UbiBanca e di una infinità di altre società, ministra della Pubblica Istruzione, sindaco di Milano (poi pesantemente bocciata al secondo mandato, invano glielo avevano spiegato di non ricandidarsi), è una che “ci mette del suo” (in termini di milioni) quando gli servono per la campagna elettorale perché comunque ne ha quanti ne vuole.
Insomma, la Moratti era alla ricerca di una collocazione visibile: “AAA candidata esperta, massimamente curriculata con patrimonio cospicuo, disponibilità immediata anche in anche casa altrui, offresi”. Assunta.