L’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti sta prendendo sempre più piede in Europa, eppure agli esperti di alimentazione proprio non va giu’. Anche perché la decisione di attivare il “semaforo”, prima nel Regno Unito, adesso in Francia e prossimamente in Belgio, sembra non tenere in alcun conto la tanto premiata dieta mediterranea, al punto che alimenti come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il prosciutto di Parma sono stati bollati col rosso. Incredibile ma vero.
Michele Carruba, direttore del Centro Obesita’ del dipartimento Farmacologia di Milano, taglia corto e spiega: “E’ un sistema troppo rigido, dare il rosso ad alcuni alimenti e’ il contrario della filosofia a cui ci ispiriamo noi nutrizionisti”.
Secondo Carruba non ci sono cibi buoni o cibi cattivi, ma solo una corretta o scorretta alimentazione. “La nutrizione sta tutta nell’equilibrio dei singoli pasti, nel bilanciamento tra carboidrati, grassi, proteine, frutta e verdura – spiega Carrubba -. Lo sapevano anche le nostre nonne, senza bisogno di tante ricerche scientifiche. La dieta mediterranea si e’ tramandata cosi’, di madre in figlia, sulla base del buon senso e non del bilancino”.
“E’ importante il concetto di cultura dell’alimentazione. Piu’ che di semafori, c’e’ bisogno di educazione a scuola. Se si impara a mangiare bene da piccoli, ci si sapra’ gestire bene anche da grandi”.
Semaforo rosso per Parmigiano e Parma? “E’ come voler fare un intervento chirurgico con un’ascia e non con il bisturi – ironizza Carruba -. Questa etichettatura induce decisamente in errore. A prima vista sembra un’indicazione immediata di bonta’ dell’alimento, ma non lo e’. Basti pensare al parmigiano: una grattugiata sulla pasta fornisce calcio e vitamina D, perche’ lo si dovrebbe evitare? E’ evidente che mettercene tre etti non sarebbe di buon senso”.
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