Ormai è deciso: nel centrodestra l’accordo sarà a quattro. Alla coalizione dei tre partiti tradizionalmente alleati è stata aggiunta la gambetta dei “centristi”, di cui è perfino difficile memorizzare il nome o la sigla, dal momento che quei micropartiti nascono e muoiono come funghi, e cambiano spudoratamente alleanza a conseguenza di interessi personali di caporali e sergenti che desiderano essere generali senza avere un esercito.
Proprio per il fatto che non hanno un consistente seguito elettorale da portare in dote, non si comprende perchè Berlusconi abbia tanto insistito nel volere riammettere nell’alleanza dei personaggi che ne erano usciti e che fino a ieri sono stati alleati del PD. O per meglio dire lo comprendiamo, ma riteniamo che si tratti di un errore.
Il fatto è che Berlusconi evidentemente ritiene che la “quarta gamba” gli procurerà quel due o tre percento di voti in più, determinanti per vincere le elezioni. Noi invece temiamo che certe giravolte politiche provochino disaffezione negli elettori e sottraggano voti più di quanti ne aggiungano. O, peggio ancora, che possano portar acqua al mulino del M5S.
Per il nuovo governo, che auguriamo sia di centrodestra, le cose da fare saranno molte e difficili. La situazione economica e sociale del Paese è ben lungi dall’essere in reale miglioramento, come asseriscono coloro che hanno governato fino ad oggi. Se una timida ripresa economica è in atto, lo si deve unicamente alle iniziative impresariali individuali e soprattutto all’esaurirsi della crisi economica mondiale, che ha imperversato nell’ultimo decennio.
Dal prossimo marzo in poi, più che di moderazione, ci sarà la necessità di drastiche decisioni, che mal si conciliano con l’inevitabile “concertazione”, attraverso la quale ogni deliberazione dovrà passare prima di essere messa in atto.
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C’è da temere che, alla prima decisione importante, i “moderati” della quarta gamba si metteranno di traverso. Ci riferiamo per esempio all’immigrazione, che sarà necessario bloccare senza tentennamenti. Già immaginiamo le manifestazioni e i cortei della sinistra che bloccheranno le città.
Allora i “moderati”, che fino a ieri hanno appoggiato le operazioni marittime gestite da Alfano, potranno risultare un ostacolo.
Lo stesso dicasi per la riforma del sistema della giustizia, che a suo tempo fu impossibile realizzare proprio a causa della presenza nella maggioranza di certi centristi, che guardano sempre a sinistra, come l’esperienza ci insegna. E in questo caso le manifestazioni con le bandiere rosse saranno ancora maggiori, dal momento che il sistema giudiziario è in buona misura un loro feudo.
Su queste questioni, è facile prevedere gli appelli di Bergoglio e di Napolitano, e allora magari qualcuno inizierà a tessere nuovi intrighi e risorgeranno i non rimpianti “responsabili”. Se non (questa volta) l’Economist, altri media “progressisti” grideranno all’inadeguatezza del governo e al pericolo fascista.
Infine in molti soffieranno sullo spread e potremmo essere da capo, con una musica stridente che purtroppo abbiamo già sentito in passato e che vorremmo ci fosse evitata. Speriamo di sbagliarci e in tal caso saremo i primi a rallegrarcene.
Un cattivo maestro scrisse che la Storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Il che non è vero. Comunque sia, noi riteniamo che la politica sia una cosa seria e preferiamo che le farse siano messe in scena solo in teatro o in tivù.