Lele Mora è un perseguitato: questa è l’opinione dei direttori dei più importanti tg d’Italia, i quali – intervistati dal settimanale Tv Sorrisi e Canzoni – a quanto pare sono tutti d’accordo sul fatto che le condizioni di Lele Mora siano ‘incompatibili con il carcere’.
Lele Mora è stato arrestato il 20 giugno con l’accusa di bancarotta fraudolenta aggravata, poi trasferito dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo di Milano dopo un malore (in precedenza il Tribunale del riesame aveva respinto la richiesta di arresti domiciliari).
Il direttore del Tg5, Clemente J. Mimun, afferma: "Le sue condizioni sono incompatibili col carcere, a meno che la detenzione non venga usata come sistema di tortura per farlo confessare o come punizione per non aver chiamato in causa qualcun altro". E’ d’accordo con lui Emilio Fede del Tg4 ("Sempre, e non soltanto per Lele Mora, per me vale la presunzione d’innocenza, come recita l’articolo 27 della Costituzione. Fino a sentenza definitiva") e Marcello Masi del Tg2 ("In questo Paese troppe persone non vengono giudicate in tempi umanamente accettabili. In Italia il numero dei perseguitati e’ enorme").
Il direttore di ‘Studio Aperto’, Giovanni Toti, sottolinea: "Di certo in Italia si fa un uso abnorme della custodia cautelare. Troppe persone, compreso Mora, sono in cella senza un processo rapido e giusto". Della stessa opinone Augusto Minzolini del Tg1: "Non so se Lele Mora sia un perseguitato o no. So invece sicuramente che in questo Paese c’e’ un uso eccessivo della carcerazione preventiva, che non fa certo onore al nostro sistema giudiziario".
Bianca Berlinguer del Tg3: "Perseguitato non direi proprio. Ma se sta male e’ giusto che non torni in prigione".
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