Stenta la trattativa sulla legge elettorale. Pd e Pdl, per il momento, non sembrano, infatti, vicini a un’intesa sul nodo del premio di maggioranza. Se, infatti, da un lato tutti si dichiarano disponibili a far scendere dal 42,5% al 40 la soglia oltre la quale si conquista il premio (operazione che avverrebbe in Aula), diverso e’ il discorso per il bonus al primo partito in caso nessuno vinca il premio. Il Pd non vorrebbe scendere sotto il 10%, ci sono aperture da parte dei centristi, ma il Pdl e’ contrarissimo a una cifra di questo tipo. Tutto questo a poche ore dalla ripresa dei lavori in commissione Affari Costituzionali dopo la pausa voluta dal presidente Carlo Vizzini proprio per lasciare ai due principali partiti il modo di cercare un’intesa. Le posizioni restano, pero’, distanti tant’e’ vero che non e’ ancora in calendario il vertice tra Pd e Pdl che doveva servire a fare il punto.
Non sembra poter dare una svolta nemmeno l’ennesima proposta di mediazione avanzata dalla Lega. Un ‘premietto’ – propone Roberto Calderoli – del 25% dei seggi ottenuti dalla prima lista qualora nessuno vincesse il premio. L’ipotesi non dispiace al Pdl. E il Pd potrebbe non chiudere del tutto, anche in forza del fatto che il premio e’ proporzionale al consenso, se pero’ quel 25% arrivasse almeno al 30-33%. In effetti, conti alla mano, un quarto (il 25%) di quel 28%-30% attorno al quale si dovrebbe assestare il Pd sarebbe un 7% che ai democrats non va bene. Messe cosi’ le cose e’ difficile che si arrivi a un’intesa.
L’iter della riforma deve, pero’, proseguire e, dunque, come sottolinea Vizzini, ‘se c’e’ una trattativa c’e’ se non c’e’ bisogna prenderne atto’. A quel punto, almeno in commissione, non ci sarebbe nessuna ipotesi di ‘premietto’. Il Pdl, infatti, non avrebbe interesse a ‘inimicarsi’ i partiti che finora, con il loro voto, hanno sostenuto il ‘testo Malan’: Lega, Mpa e Cn, contrari a un ‘bonus’ che leverebbe loro voti.
La prospettiva, dunque, nel giorno in cui il premier Mario Monti fa sapere che non gli piacerebbe restare premier, e’ proprio quella di un legge ‘del pareggio’. Che dovrebbe, pero’, passare le forche caudine della Camera con il voto segreto e un percorso fortemente a rischio. Anche per questo, visti, tra l’altro, i chiari di luna del Pdl sull’argomento, i centristi avvertono sul fronte preferenze. ‘I parlamentari – dice Mauro Libe’ – stiano attenti: rivedere solo soglie e premi e’ un’operazione monca, soprattutto agli occhi dei cittadini’.
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