Legge elettorale, trattativa sempre in alto mare. Il tormentone estivo (accordo vicino o lontano) e’ destinato a continuare. Difficilmente domani, alla riunione del ‘Comitato ristretto’ della commissione Affari costituzionali del Senato, si arrivera’ a un testo comune da portare in Aula. Nei giorni scorsi in molti erano pronti a scommettere sul buon esito di questo incontro (che avra’ un’appendice anche il 5 settembre), ma i veti incrociati hanno reso il quadro via via piu’ confuso. Naturalmente, la speranza e’ l’ultima a morire, e chi giura che l’intesa sia a portata di mano, confida che entro la settimana i gruppi non si presentino a mani vuote o con pregiudiziali paralizzanti.
Archiviata ormai l’ipotesi di un voto anticipato a novembre, si tratta di sciogliere i soliti nodi sul tavolo. A cominciare da quello dei collegi elettorali che vanno ridisegnati (i futuri scenari per il dopo-Monti, infatti, dipenderanno molto dal tipo di riforma che i partiti partoriranno). Se l’accordo sul cambio del Porcellum fosse chiuso a fine mese, entro settembre la nuova legge sarebbe approvata anche alla Camera. Allo stato, dunque, c’e’ l’impegno di tutti, almeno a parole, di chiudere la partita entro autunno sul proporzionale, ma restano alcune incognite: il premio di maggioranza (al partito o alla coalizione) e le preferenze e i collegi, appunto. L’ultimo monito del Quirinale a fare presto risale al 10 agosto scorso e ormai non c’e’ piu’ tempo da perdere. La ‘pratica’ e’ sempre sui tavoli di Denis Verdini, Maurizio Migliavacca e Lorenzo Cesa, rispettivamente, plenipotenziari di Pdl, Pd e Udc.
I tre avrebbero dovuto vedersi tra ieri e oggi, ma non ci sono notizie su un incontro. Gli sherpa della maggioranza fanno sapere che un’intesa di base c’e’, ma nessuno avrebbe intenzione di accelerare i tempi, temendo elezioni anticipate. "Non arrivano a tutt’ora indicazioni definite su alcuni punti qualificanti della riforma della legge elettorale, da parte delle maggiori forze politiche’. Il senatore Enzo Bianco, relatore a palazzo Madama della legge elettorale per il Pd, conferma lo stallo attuale: ‘Non arrivano a tutt’ora indicazioni definite su alcuni punti qualificanti della riforma da parte delle maggiori forze politiche’.
‘Insieme al senatore Malan -spiega Bianco- sottoporremo domani al Comitato ristretto un documento che evidenzia sia i punti di intesa, sia quelli in cui permangono differenti valutazioni, cosi’ da dare al Comitato stesso la piu’ ampia possibilita’ di valutazione della situazione attuale, in modo che i lavori possano proseguire il piu’ speditamente possibile’, conclude il senatore Democrat. Il Pdl, per bocca di Margherita Boniver, presidente del Comitato Schengen, sottolinea le eccessive polemiche che bloccano ogni trattativa. ‘E’ stupefacente leggere tutti i giorni sulla stampa clamorose bocciature sulla futura legge elettorale, che ancora non ha visto la luce’, avverte Boniver.
‘Nel mezzo del dibattito politico -continua- sembra di capire che nessuna forma di compromesso, su quello che i partiti decideranno di approvare, rappresentera’ una scelta legittima. Sarebbe forse meglio lasciare ai mercati e alle agenzie di rating la liberta’ di scegliere i parlamenti nazionali’.
L’ex ministro degli Esteri Franco Frattini e’ convinto che il ritorno in campo di Silvio Berlusconi per la premiership nel 2013 sia fortemente legato alla riforma del Porcellum: ‘Sulla sua candidatura, Berlusconi non ha non ancora preso una decisione. Se non l’ha ancora presa – spiega- e’ perche’ credo stia valutando se la sua discesa in campo sia o non sia utile al centrodestra italiano e se porti un valore aggiunto, e questo dipende molto dalla legge elettorale".
La Lega e’ convinta che il Porcellum non sara’ cambiato. ‘Secondo me non ci sara’ nessun cambiamento nella legge elettorale’, assicura il segretario del Carroccio, Roberto Maroni, che, dopo la pausa estiva, ha incontrato i giornalisti nella sede della Lega Nord di via Bellerio. Dopo avere ricordato che e’ ‘Calderoli che segue per noi la vicenda della legge elettorale", Maroni si dice ‘convinto che timori, veti incrociati e convenienze faranno in modo che non si cambi la legge elettorale. Noi abbiamo depositato la nostra proposta". Ma quel che e’ certo, per Maroni, e’ che "qualunque sia la legge elettorale non ci preoccupa. Noi abbiamo recuperato nei sondaggi. Abbiamo guadagnato in compattezza e unita’. Ora lavoreremo per consolidarci, recuperare e allargare il consenso a chi, al di fuori della Lega, e’ interessato alla partita ‘prima il Nord’.
Si fa sentire anche Roberto Calderoli: ‘Certo e’ che se uno pensa alle liste bloccate, al premio di maggioranza, gratta gratta, sotto sotto ci ritrova sempre il Porcellum. E’ comodo per tutti. Tutti vogliono solo cambiare il nome della legge elettorale", ma non la sostanza. Tant’e’ che "la situazione e’ ancora di assoluto stallo. Non e’ stato fatto nessun passo avanti e domani il comitato confermera’ che ancora non si e’ trovato alcun accordo, alcun punto di convergenza". "L’unica proposta -fa notare l’ex ministro delle Riforme- che non ha la lista bloccata e’ quella della Lega". Insomma "non credo che vi sia una reale volonta’ di cambiamento della legge elettorale. Vedremo domani".
L’Idv torna all’attacco. Per Antonio Di Pietro ‘la legge elettorale la maggioranza se la sta facendo a suo uso e consumo". E la riforma che sta andando in porta "e’ una grande truffa. La cosa piu’ drammatica della proposta in campo e’ che coalizioni e alleanze non esistono piu’. Solo dopo il voto verranno decise: questa e’ la peggiore causa dell’antidemocrazia. Ci saranno 450 persone – sottolinea l’ex magistrato – che andranno in Parlamento per grazia e ricevuta". Senza dimenticare che "diventa una presa in giro parlare di alleanze. Coalizioni ed alleanze – ribadisce l’ex pm – non esistono".
"Da oltre un mese e mezzo -avverte Felice Belisario, capogruppo dell’Idv al Senato- la traballante maggioranza si e’ incartata con il Comitato ristretto sulla legge elettorale, ora basta con questa commedia degli equivoci. Con ricatti e veti incrociati il Pd, il Pdl e l’Udc stanno creando uno stallo solo per allontanare lo spettro delle elezioni anticipate, ma l’inciucio per truccare le regole della democrazia e’ gia’ pronto".
"La triade ABC -aggiunge Belisario- vuole tenersi il colpo in canna e continuare a conservare le poltrone, per impallinare la volonta’ popolare con la sua riforma pastrocchio al momento giusto. Se si confermera’ il nulla di fatto gia’ anticipato da Enzo Bianco, non restera’ che convocare la commissione Affari costituzionali abbandonando una volta per tutte le segrete stanze".
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