Il Pd insiste sul Mattarellum e incalza gli altri partiti sulla riforma della legge elettorale: o tutti si siedono a un tavolo o si va al voto. Dalle colonne de L’Unita’ il presidente del partito, Matteo Orfini, sprona i colleghi della maggioranza e delle opposizioni, suscitando in qualche caso critiche e polemiche, come anche ieri avevano fatto le parole del capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda. “Nelle prossime ore dovremmo incontrare” al Nazareno o altrove “le altre forze politiche per comprendere quale sia la loro posizione. Avevamo proposto di farlo prima del referendum e ci risposero ‘ne parliamo dopo il 4 dicembre’. Ormai dicembre sta per finire ed e’ il tempo che ognuno si assuma il suo pezzo di responsabilita’”, afferma. L’alternativa, chiarisce, e’ il voto, perche’ “questa legislatura puo’ andare avanti qualche mese solo a patto che si cambi la legge elettorale”.
Forza Italia respinge i toni “muscolari”. Paolo Romani, capogruppo a Palazzo Madama, invita il Pd a non ripetere “gli errori del passato” perche’ “non e’ piu’ il tempo del prendere o lasciare, imposto al Parlamento con il voto di fiducia. Si attendano le decisioni della Consulta (sull’Italicum, ndr) e si dia al Paese una legge condivisa che garantisca governabilita’, ma anche rappresentativita’, e che sia omogenea fra Camera e Senato”.
Della stessa opinione è Renato Brunetta, capogruppo a Montecitorio: “Il Pd di Renzi non puo’ piu’ dare le carte, men che meno sulla riforma della legge elettorale. L’unico tavolo possibile e’ e rimane il Parlamento”.
Favorevoli a un sistema proporzionale sono anche Ncd e Udc. “C’e’ bisogno di dare rappresentativita’ alle tante sensibilita’ che esistono nel Paese e per farlo il sistema piu’ idoneo e’ quello di un proporzionale con un premio per la governabilita’”, spiega Rosanna Scopelliti, deputata di Nuovo centrodestra. L’Udc, infine, protende per il proporzionale con preferenze che, afferma Lorenzo Cesa, “darebbe anche voce alle diverse sensibilita’ presenti nel Paese”.
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