In Italia si parla di voto anticipato, l’aria è quella ed è fortissima. Dopo due giorni di consultazioni tra i partiti, martedì gli scontri in direzione Pd. Matteo Renzi a grande maggioranza ottiene il sì al sistema tedesco. Ed è ancora crisi all’interno del Partito Democratico.
“Non è la mia legge elettorale”, chiarisce Renzi, che, parlando ad Alfano ma non solo, definisce inamovibile la soglia di sbarramento del 5%: “L’interesse di un piccolo o grande partito non può costituire l’interesse del Paese, non c’è polemica da fare, c’è soltanto da prendere atto che noi siamo da un’altra parte”, sottolinea il segretario dem.
Le tensioni aumentano dunque nella maggioranza di governo. Angelino Alfano non capisce “l’impazienza del Pd di portare l’Italia alle urne tre o quattro mesi prima”, ma ormai la linea sembra essere proprio quella.
Esiste un patto tra le forze di partito più grandi, mentre i partiti più piccoli protestano, perché si vedono tagliati fuori dal futuro Parlamento.
Certo è che si punta ad approvare la legge elettorale ai primi di luglio: “una legge giusta, in Germania dura da settant’anni”, commenta Silvio Berlusconi, che aggiunge: “Lo sbarramento credo sia necessario per non tornare ai tempi della Prima repubblica, per non tornare all’ingovernabilità”.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni guarda da fuori al dibattito sulla legge elettorale, come aveva promesso, “il governo non sarà protagonista”. Sono i partiti che devono incontrare il percorso comune. E sembra lo stiano facendo. Le elezioni non sono mai sembrate così vicine.
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