“Non ho mai messo in discussione l’urgenza di una legge elettorale e l’esigenza di sintesi e ordine nella materia, anche in ragione del senso di responsabilità istituzionale che sempre mi ha condizionato nelle scelte e nelle posizioni, ma l’incursione legislativa sulla legge Tremaglia resta incomprensibile ed indifendibile, apparendo come un combinato disposto di illegittimità costituzionale ed incoerenza storico-politica che rende questo disegno di legge un precedente pericoloso”. Lo dichiara in una nota Aldo Di Biagio, senatore di Ap-Ce eletto in Ripartizione Europa.
“L’articolo 6 della legge è una delegittimazione radicale del voto di quasi 4 milioni di cittadini nel mondo – spiega – un’operazione risolutiva di svilimento della rappresentanza che in nome di una sedicente reciprocità compromette l’elemento di garanzia costituzionale del nesso di collegamento territoriale tra elettori ed eletti, senza poi modificare la disciplina omologandola al sistema italiano, praticamente una “reciprocità di comodo”.
Di Biagio conclude: “Spaventa come sia stato facile trasformare una storica conquista di democrazia in un contenitore vuoto attraverso cui veicolare una nuova gabella politica, ed è per questa ragione che non voterò la fiducia, per sugellare l’abominio costituzionale, storico e politico che l’articolo 6 sta rappresentando”.
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