A che punto è la battaglia, in Italia, intrapresa dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, per la liberalizzazione della cannabis? "Io mi aspetto che entro l’estate il Parlamento voti, poi starà alla maggioranza decidere: non essendo questo un disegno di legge nè del Governo nè della maggioranza i voti si devono cercare in Parlamento. Non è detto che si trovino, ma basterebbero meno di cento deputati che non l’hanno sottoscritto ma che sono pronti a votarlo".
"La mia richiesta non è un voto favorevole – prosegue Della Vedova – ma è che il disegno di legge arrivi al voto senza ulteriori dilazioni", aggiunge tornando sul tema.
A chi gli chiede se questo possa essere un tema destinato a spaccare il Paese, replica: "Quando Pannella sollevò il problema nel ’75 sembrava una cosa che non c’entrava niente con la vita delle persone. A distanza di 40 anni dobbiamo tenere presente che la legalizzazione della cannabis è una misura di governo adottata da Paesi fondamentali per la democrazia occidentale come gli Stati Uniti, parlo dei singoli Stati, e che sarà adottata dal Canada. E’ misura di governo – spiega – contro la criminalità, per deflazionare tribunali e carceri e per avere un controllo che oggi non abbiamo sul suo consumo".
Secondo Della Vedova, "da qui in avanti il tema non sarà più se la cannabis sarà legalizzata, ma semplicemente quando. Se l’Italia lo farà prima avrà tanti vantaggi comparati con i competitors europei. Ad esempio a partire da una risorsa, da un’entrata fiscale certa e senza aggravio per nessun altro se non le mafie".
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