Spaccare il fronte del centro-destra. Questa volta non è un avversario che scalpita. Ma un leghista con l’ambizione da leader. E’ risaputo che Flavio Tosi mai aveva digerito il Salvini piglia tutto, che ha rimesso in discussione presunti accordi delle prime ore post Bossi, in cui il Capitano si sarebbe occupato del movimento e Tosi avrebbe corso da candidato premier. Poi tutto è cambiato. La Lega Nord ha avuto un exploit fenomenale, ha più che triplicato base e consensi, ha aperto al Sud, si erge a nuova icona nazionale del centro-destra ed è saldamente il primo partito dell’area, con il suo leader, Salvini, non unto dal Signore come Berlusconi, ma dalla base, dall’area moderata e secondo a gradimento personale soltanto al premier Renzi.
L’INTERVISTA SALVINI, "PREPARIAMO IL DOPO RENZI: TOSI SI ADEGUI"
Un miracolo, una gestione brillante che in poco più di un anno ha cambiato faccia, intenti, e missioni al più longevo partito in Parlamento. Ed è chiaro che i vecchi patti siano stati spazzati via. Sono cambiate, radicalmente, le condizioni ed il campo da gioco. In democrazia il consenso è sacro, e la linea lepenista, coerente, nazionale con sfumature autonomiste, piace e paga. La stessa linea che il Sindaco di Verona contesta, con scarsi risultati. Come si fa opposizione ad una linea vincente? Eppure è così.
Pronto alla rottura col Carroccio, sarebbe disposto a correre in Regione contro Luca Zaia, presentando una sua lista personale con l’appannaggio di Forza Italia, Ncd, Italia Unica (di Corrado Passera). Facendo correre la Lega sola o probabilmente in coalizione con Fratelli d’Italia. Ma non è questo a preoccupare Salvini, piuttosto la disgregazione che indebolisce e destabilizza il quadro politico portando con sé riflessi che avvantaggiano Alessandra Moretti (candidata del PD), facendo il gioco delle opposizioni. Non proprio il massimo.
Twitter @andrewlorusso
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