La ‘battaglia’ dei congressi della Lega Nord ha un primo vincitore sul campo, Matteo Salvini, che oggi e’ stato eletto segretario lombardo al congresso di Bergamo, dove si sono presentati 544 delegati sui 577 che ne avevano diritto. Per lui hanno votato in 403, il 74%. Cifre, che nel loro insieme segnano una volonta’ di partecipazione pur in un periodo di profonda crisi, in cui tutti, nel Carroccio, si affannano ogni giorno a invocare l’unita’ del movimento come garanzia di sopravvivenza. Ma e’ proprio questa litania contro le divisioni a indicare che le difficolta’ non sono ancora del tutto archiviate, come dimostrano i sonori fischi a Cesarino Monti, unico sfidante di Salvini che ha raccolto 129 voti(a cui si aggiungono 3 schede bianche e 9 nulle). ‘O uniti o e’ la fine’, ha sentenziato Roberto Maroni dal palco. E Umberto Bossi, subito dopo di lui, ha vestito i panni del mediatore parlando dei suoi uomini e degli sforzi che li attendono: ‘Li ho allevati bene, anche Maroni e’ una mia creatura’. Poi pero’ ha avvisato tutti che ‘e’ vietato andare in pensione per chi ha dimostrato capacita”. E questo vale anche per lui. ‘Staro’ qui a lavorare’, ha assicurato.
Di lavoro da fare ce n’e’ evidentemente molto, per recuperare voti e fiducia. ‘Dobbiamo elaborare il lutto. Basta piangerci addosso – ha esortato Maroni -. Decidiamo cosa fare d’ora in avanti’. Un primo appuntamento, il 17 giugno, sara’ la manifestazione di piazza con sindaci e militanti leghisti per avviare la ‘protesta fiscale contro il pagamento dell’Imu’.
Intanto, di protesta, c’e’ quella contro le celebrazioni di oggi per la festa della Repubblica, che l’ex ministro dell’Interno liquida come ‘soldi buttati nel cesso’, mentre si continua ad affrontare l’emergenza terremoto. L’obiettivo del Carroccio e’ tornato ad essere quello di diventare ‘il primo partito del Nord’ entro le politiche del 2013. Di alleanze per ora Maroni non vuol parlare, pero’ si lascia scappare che la conferma della leadership di Silvio Berlusconi nel Pdl ‘non e’ una buona notizia’. Adesso pero’ e’ dentro la Lega che si attendono atti concreti di rinnovamento, parola simbolo del dopo bufera giudiziaria. L’elezione del maroniano Salvini alla segreteria della Lega Lombarda sembrava scontata fin dall’inizio, benche’il clima del PalaCreberg e il botta e risposta con Cesarino Monti (arrivato a parlare di boicottaggio nei suoi confronti) abbia rivelato anche tutti i malumori. Salvini, appena eletto, ha cercato di rassicurare dicendo che nel Carroccio ‘ci sara’ spazio per tanta gente. Non mi interessa chi ha votato chi’. Per dimostrarlo Salvini ha ringraziato sia Bossi sia Maroni che lo ascoltavano dalla prima fila, ‘perche’ l’onore e l’onere che gli sta capitando sulle spalle non e’ roba da poco’. Un riferimento all’ elezione di Bobo, che pare certa, a segretario federale nel congresso del 1 luglio.
I nemici sono fuori, adesso. Non solo lo ‘Stato centralista che ci manda i magistrati’, per dirla con le parole di Bossi, ma a quanto pare anche Roberto Formigoni, alleato presidente della Regione. ‘Non so cosa succedera’ in Lombardia’, ha detto Salvini applaudito quando ha suggerito che ‘magari’ il governatore dovrebbe lasciare l’Expo, di cui e’ commissario generale, e ‘non andare in vacanza in luoghi esotici’. Un primo test sulle intenzioni della Lega sara’ la mozione di sfiducia allo stesso Formigoni presentata dal centrosinistra in votazione mercoledi’ prossimo in consiglio regionale. Comunque vada, non e’ del resto un mistero che la Lega punti al tris di Regioni, aggiungendo la guida della Lombardia a quelle di Piemonte e Veneto. Proprio qui, in Veneto, fra l’altro, domani il congresso della Liga eleggera’ il nuvo segretario: qui la sfida e’ fra Flavio Tosi, il favorito, e Massimo Bitonci: altro passaggio importante sulla strada del federale.
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