Renzo Bossi affida da una lettera il suo messaggio ai militanti del Carroccio. La nota, pubblicata da “Bresciaoggi”, parla chiaro: mio padre “si è dimesso da segretario della Lega Nord per lasciare la giusta libertà di difesa, io mi dimetto da consigliere regionale per evitare di prestare il fianco a nuovi e infondati attacchi”.
Bossi jr sottolinea che lui con questo gesto non si tira indietro “perche’ ci sono responsabilità o atteggiamenti equivoci”, ma “per il senso di morale che in casa Bossi e’ sempre stata la vera stella polare su cui orientare ogni decisione. Era questa la miglior risposta da dare a chi nei giorni scorsi si e’ preso la briga di aprire, all’interno del mio movimento, una vera e propria caccia alle streghe”.
Renzo Bossi, conosciuto anche come “il trota”, si dice tranquillo, come “chi sa che non ha mai fatto nulla di quello che e’ stato riportato dai media e trascritto nelle intercettazioni bellamente pubblicate da alcune testate giornalistiche. E penso che in questo momento storico la mia parola possa avere un peso diverso, quantomeno più cristallino, di chi sulle spalle della Lega si e’ costruito una vita”.
Renzo non abbandona di certo il Carroccio, anzi: “La prenderò come una pausa sabbatica non solo per dedicarmi al territorio e ai militanti, ma altresì per dimostrare, documenti alla mano, che tutte le infamanti accuse che mi sono state mosse sono del tutto infondate, figlie, forse, della volontà di distruggere una persona che ha da sempre lottato per l’affermazione dell’ideale della Giustizia”.
Bossi jr questa mattina era arrivato in Regione poco prima delle 11 alla guida del suo suv, posteggiandolo nel piazzale interno al grattacielo Pirelli. Quindi e’ salito al 18/o piano per parlare col capogruppo della Lega, Stefano Galli: a quanto si e’ appreso, e’ stato in quell’ufficio, dove e’ rimasto poco più di mezzora, che Renzo Bossi ha firmato le dimissioni in seguito protocollate. Subito dopo si e’ chiuso nel suo ufficio per sistemare gli effetti personali. In tutto il secondogenito di Umberto Bossi e’ rimasto poco più di tre ore al Pirellone e non ci sarebbe stato un saluto con gli altri consiglieri leghisti, ma solo un breve giro per i corridoi del gruppo, prima di infilarsi in ascensore e depistare i giornalisti in attesa all’esterno.
Sempre secondo quanto si e’ appreso, il ‘trota’ avrebbe lasciato le chiavi della sua Bmw X5 (parcheggiata proprio di fronte a giornalisti, fotografi e cameraman) a un collaboratore del gruppo, qualcuno dovrebbe passare più tardi a ritirarla.
PROCURATORE BRUTI, NON CI SONO NUOVI INDAGATI Nel frattempo Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo di Milano, ha fatto sapere che non ci sono nuovi indagati rispetto a quelli indicati al momento delle perquisizioni: “lo escludo in modo più assoluto". Non sono previsti, inoltre, vertici fra le procure che indagano sulla vicenda: "Non ce n’e’ nessuna necessità”, chiarisce il procuratore, aggiungendo che ci sono normali consultazioni tra i pubblici ministeri che si stanno occupando dell’inchiesta e che stanno analizzando in queste ore il materiale dell’indagine. Premessa necessaria, questa, spiega il procuratore, "per fare un passo avanti".
MARONI E DAL LAGO LASCIANO VIA BELLERIO Roberto Maroni e Manuela Dal Lago hanno lasciato da pochi minuti la sede della Lega Nord in via Bellerio dove, insieme a Roberto Calderoli, hanno preso parte per la prima volta al vertice del triumvirato costituito la scorsa settimana per guidare il partito fino al prossimo congresso dopo le dimissioni del segretario federale Umberto Bossi. Maroni questa sera sara’ a Bergamo dove interverra’ dal palco durante la manifestazione del cosiddetto ‘orgoglio padano’. In via Bellerio sono rimasti Umberto Bossi e Roberto Calderoli.
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