Umberto Bossi, in una intervista a Repubblica, assicura: mi riprendo il partito, Maroni è un traditore. “Mi fa rabbia che Maroni cancelli la Padania e si rammollisca con ‘Prima il Nord’ proprio quando era maturo il tempo di farci forza del diritto internazionale. Nell’Europa in crisi torna attuale l’indipendenza dei popoli attraverso i referendum, come in Scozia e in Catalogna. Superando la fase del federalismo. Lo faremo anche in Padania".
"Lui non ha i nostri ideali – prosegue l’ex leader della Lega Nord -. Quando uno tradisce una volta – e Maroni quando ruppi con Berlusconi nel 1994 gli sedeva di fianco, si opponeva – poi tradisce sempre. Si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord, ma il Pdl non rinuncerà mai a presentare le sue liste in casa nostra, come fa la Cdu tedesca con la Csu in Baviera".
Secondo il Senatùr "Maroni sta distruggendo la Lega, butta fuori la gente. Quel mio colpo di genio con cui avevamo preso la guida di Veneto e Piemonte, con Zaia e Cota, di questo passo al prossimo giro ce lo sogniamo. Tosi in Veneto porta via i voti alla Lega e fa accordi con i fascisti: il suo progetto Verona non mi è mai piaciuto. In Piemonte vogliono mettere a capo del partito Gianna Gancia, la moglie di Calderoli, brava amministratrice, ma io dubito che abbia le doti per guidare il movimento". E aggiunge: "Ora mi hanno tolto gli autisti e le guardie del corpo per cercare di impedirmi di andare in giro a parlare con i militanti, a dire la verità. Espulsioni, espulsioni, mandano a rotoli la mia Lega!", "io sarei stato dell’idea di non fare nessuna battaglia, ma a furia di buttare fuori gente e tradire gli ideali della Lega la pressione su di me s’è fatta irresistibile. Devo per forza rimettermi alla guida del partito".
Bossi annuncia quindi l’uscita di un nuovo giornale, "La lingua padana": "Ricominciamo dalla nostra identità, ce n’è un bisogno enorme". Pentito di essersi sottomesso a Berlusconi? "No, perché lui è stato un moltiplicatore di consenso per noi, ci ha fatto dei favori, e poi quando hai subìto una persecuzione che si assomiglia, si genera anche una specie di affetto. Ma la destra è nazionalista, l’autodeterminazione è più facile che si realizzi con la sinistra. Perciò se per l’indipendenza si deve rompere con la destra, pazienza". E aggiunge: "Secondo me alla fine Berlusconi ci ha alzato i voti. E se arriveremo almeno al federalismo fiscale lo dobbiamo a quell’alleanza. Certo, me lo ricordo Bersani che mi fermava lamentandosi: ‘Ma cosa ci stai a fare tu con quel miliardario!’. Intanto però la sinistra sul federalismo fiscale non ci sentiva, l’abbiamo dovuta trascinare. Però il rapporto di Maroni con Berlusconi è un’altra storia. Lui all’indipendenza non ci crede e quindi rimane sottomesso".
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