Nessuna alleanza tra Lega e Pdl ai ballottaggi. Roberto Maroni sbatte la porta in faccia all’ex alleato. Anzi, impone anche un ultimatum all’ex ‘socio’ di governo: ‘Tolga il sostegno a Monti, si voti a ottobre’ e tutti amici come prima (se possibile).
E poco importa se, cosi’ facendo, si mettono a rischio le amministrazioni guidate con il Pdl. Tanto ‘per la Lega conta il territorio’. E Maroni non esclude neanche la possibilita’ che il Carroccio ‘non si candidi al Parlamento di Roma’. In realta’, i ‘lumbard’ si sentono forti del governo regionale di Veneto e Piemonte. E non temono strappi dal ‘pericolante’ presidente della Lombardia, Roberto Formigoni.
Maroni parla a Cesena, dove si tiene il congresso della Romagna (l’Emilia non c’e’; per i leghisti sono due ‘nazioni’ diverse). Si eleggono i delegati per il congresso federale di Milano. I fari nel partito sono puntati all’appuntamento di fine giugno, dove l’ex responsabile del Viminale vuole varare ‘la Lega 2.0’.
Resta da sciogliere il nodo della candidatura. L’ex ministro non ritira ancora le riserve, nella speranza di un passo indietro di Umberto Bossi: ‘Lunedi’ al consiglio federale – spiega – penso che si dira’ qualcosa’. Nel movimento non ci sono piu’ tabu’. Neanche sull’ipotesi di levare il nome di Bossi dal simbolo. ‘Appartiene al movimento ed e’ amministrato dal consiglio al quale spettano le decisioni – sottolinea Maroni – Negli anni lo abbiamo cambiato, il simbolo evolve’.
Intanto, a sorpresa, Mario Borghezio annuncia la possibilita’ di una sua candidatura ‘se non verra’ dato spazio alle istanze indipendentiste’. Resta da osservare la situazione dei veneti, ‘stufi’ delle beghe lombarde e abbastanza frammentati tra bossiani, cerchisti e maroniani.
In ogni caso sono tempi duri per quello che fu l’Asse del Nord. Silvio Berlusconi e’ lontano dai riflettori della politica (anche se, in disparte, continua a muoversi e a muovere le proprie pedine); ma e’ Umberto Bossi ad apparire in difficolta’.
Il senatur non parla ormai dal 4 maggio, quando ha chiuso la campagna elettorale per le comunali di Monza. Comizio non fortunato, considerato che la Lega che si fregiava del sindaco non e’ riuscita neanche a raggiungere il ballottaggio. Da allora il silenzio, anche sul successo del ‘ribelle’ Tosi a Verona. Poi sono arrivate le pressioni dei maroniani affinche’ ritiri quella candidatura alla segreteria che, di fatto, crea qualche imbarazzo a Maroni. Tosi glielo ha chiesto senza mezze parole: ‘Bossi non si candidi per il suo bene e quello della Lega’.
Il ‘capo’ si e’ chiuso nel silenzio. Vuole evitare di spaccare il partito: ‘Vogliatevi bene e non fatevi la guerra al congresso’, sono state le sue ultime parole a Monza. Per poi aggiungere: ‘Resisto perche’ non sono solo, perche’ ho tutti voi’.
La Lega Nord, intanto, sembra passare nelle mani di Maroni. E’ Bobo a dettare la linea politica, come quella sulle alleanze alle amministrative. Certo, lo fa a nome dei triumviri ma la leadership e’ sua, e per molti e’ gia’ il nuovo leader.
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