La bomba è stata sganciata nei giorni scorsi dalle pagine del nostro quotidiano online: multe salate per quegli italiani che vivono all’estero e non si iscrivono all’AIRE. E’ giusto, non è giusto? Si poteva fare diversamente?
Iniziamo col dire che è sempre una questione di scelte. Questo governo ha scelto di multare quegli italiani nel mondo che, pur vivendo oltre confine, non risultano iscritti all’Anagrafe degli italiani all’estero. Ha fatto bene?
Ricordiamo che l’iscrizione è un obbligo di legge per un italiano all’estero; nonostante questo, la stragrande maggioranza dei connazionali nel mondo non si iscrivono, per mille motivi: perché perderebbero l’assistenza sanitaria in Italia, per esempio, o perché sarebbero costretti a pagare l’Imu sulla loro prima e unica casa nel Belpaese.
Da italiano all’estero regolarmente iscritto AIRE per oltre venticinque anni, posso dire senza timore che personalmente condivido la misura dell’esecutivo.
Noi addetti ai lavori – che brutta definizione, ma tant’è – abbiamo lottato tanto negli anni per informare e far capire ai connazionali l’importanza di iscriversi all’AIRE. Lo abbiamo fatto noi come giornale, lo hanno fatto le associazioni italiane nel mondo, le diverse forze politiche, gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero come Comites e CGIE. E l’ha fatto la rete diplomatico-consolare nel mondo. Risultato? Vicino allo zero.
Gli italiani all’estero, nonostante campagne d’informazione, nonostante suggerimenti di ogni tipo, nella maggior parte dei casi decidono di non iscriversi. Dunque?
Dopo anni durante i quali si è cercato di convincere i connazionali a farlo con le buone, il governo italiano prova ad usare le maniere forti, con una misura che forse può non piacere, ma che dall’altra parte potrebbe contribuire non poco a fare in modo che chi vive davvero oltre confine si iscriva all’AIRE. Fosse la volta buona… Ma questo lo vedremo col tempo.
Non me la sento dunque di criticare il governo Meloni per questo. Sono piuttosto deluso dal fatto che ancora la politica non sia riuscita, per esempio, a eliminare l’Imu per gli italiani all’estero, o a garantire agli italiani nel mondo una assistenza sanitaria in Italia come ce l’ha chi vive nello Stivale. O, ancora, grida vendetta lo stato della nostra rete consolare nel mondo, ridotta in non pochi casi a un colabrodo, con servizi lenti e talvolta inesistenti. Ma questi sono tutti temi per un altro articolo.
Piuttosto, i Consolati come hanno accolto la notizia della nuova misura? Al momento, quei diplomatici con cui abbiamo avuto modo di confrontarci, sembrano essere sorpresi. Cadono un po’ dalle nuvole, Consoli e Ambasciatori: dal ministero degli Esteri, infatti, ad oggi non è arrivata alcuna comunicazione. Non ci meraviglia, conoscendo l’elefante burocratico che è la Farnesina. Siamo convinti tuttavia che sia solo questione di tempo e che presto anche la rete consolare riceverà comunicazioni a riguardo. Oppure no?