Dov’è finito Giuseppe Conte? L’ex capo del governo, come noto, è alle prese con la ristrutturazione del Movimento 5 Stelle. Quello che non sappiamo, invece, è cosa pensi davvero di questo governo e soprattutto cosa voglia fare da grande. Già, perché ancora questo non l’ha capito nessuno. O meglio, sappiamo su cosa si sta concentrando ora l’ex inquilino di palazzo Chigi – riformare il M5S appunto – e quali siano i principali problemi legati alla sua attività presente e futura. Una sintesi perfetta, a nostro giudizio, l’ha fatta Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano molto vicino ai 5stelle, che indica tra i punti dolenti per Conte “il rapporto con Davide Casaleggio, il limite dei due mandati, il rapporto con il Pd, le imminenti elezioni amministrative, il rapporto con i movimentisti come Alessandro di Battista“. La situazione, come si vede, non è affatto semplice.
C’è però dell’altro. Conte sembra essere sparito. Chi l’ha più visto e sentito dopo la crisi di governo? E’ passato dall’essere il politico più amato a diventare quello più silenzioso. Non esterna, non partecipa al dibattito pubblico, non è tra i protagonisti politici che parlano su giornali e tv. Perché? E’ un comportamento che gli è stato suggerito dal suo storico portavoce, Rocco Casalino, o sta facendo di testa sua? Cosa lo spinge a restare così in silenzio?
Prima che accettasse di prendere le redini del Movimento 5 Stelle, tutti i sondaggisti affermavano che Conte alla guida dei pentastellati avrebbe fatto salire il Movimento nei sondaggi, di almeno 10 punti. Ma questo non è successo, anzi: i 5stelle nelle ultime settimane hanno perso consensi. L’avvocato del popolo avrebbe fatto meglio a crearsi un proprio partito? Possibile. Certo, partire da zero, senza un minimo di struttura, senza un importante capitale economico e umano, non sarebbe affatto stato facile.
Dunque, che succede? E’ molto semplice, a nostro modo di vedere: Giuseppe Conte non c’è più. Non parla, se non in occasione di interviste rubate per strada. Non è sui giornali, se non all’interno di retroscena chissà quanto credibili. E se è vero come è vero che nel terzo millennio la politica è più che mai comunicazione, ecco spiegato perché l’ex premier non cresce: perché gli italiani se lo stanno dimenticando.
Intendiamoci, ha tutta la stampa contro. Certo, tutti i giornaloni – o quasi – sono in ginocchio davanti a San Mario Draghi, così come tutte le televisioni. La politica italiana è stata commissariata, tutta. A palazzo Chigi adesso siede l’Europa dei poteri forti, delle élite, delle banche, della finanza. Le cose vanno meglio? Ovviamente no. Probabilmente la situazione è peggiore rispetto a prima. La crisi di governo ha provocato enormi ritardi con ciò che riguarda i ristori e i vaccini, il Parlamento non legifera più, la dialettica politica è solo un teatrino. Stiamo messi davvero male.
Ma proprio perché la situazione è questa, Conte dovrebbe tornare in sella.
Caro Giuseppe, se ci sei batti un colpo! Non rinchiuderti in una torre d’avorio. Cerca spazio sui media nazionali, metti Casalino a lavorare su questo, lui è bravo in ciò che fa. Torna tra la gente, virus permettendo, e fatti portavoce di tutti gli scontenti, dei più deboli, di chi ha perso il lavoro, la propria attività, la casa. Tirati su le maniche e mettiti a lavorare a testa bassa su un progetto teso a riportarti a palazzo Chigi da qui ai prossimi due anni. Non sarà mica una passeggiata, lo sappiamo. Cresce Giorgia Meloni, la Lega è ancora il primo partito d’Italia, il centrodestra incalza, mentre il Pd è in affanno. Ma tu devi comunque insistere e ritagliarti un tuo spazio. Per le prossime elezioni, si pensa a una legge proporzionale: ti calza a pennello. Lavora per raccogliere il massimo dei consensi e poi muoviti in maniera intelligente sul tavolo delle alleanze. E soprattutto, torna in televisione. Sono tanti gli italiani che sentono la tua mancanza e tanti anche coloro che, visto come va con Draghi, hanno persino cambiato opinione su di te, rivalutando in positivo il tuo lavoro. Ma tutto questo fallo subito, prima che le persone ti dimentichino una volta per tutte: “Conte chi?”.