Non è facile essere il MAIE, ma gli uomini e le donne del Movimento Associativo Italiani all’Estero lo sanno fare bene. Non è facile perché, in una politica dove per i più tutto è rosso o nero, ci si dimentica che esistono anche le sfumature. Chiamasi, se volete, autonomie. Sono proprio autonomia e indipendenza dai partiti politici tradizionali a dare forza al Movimento fondato e presieduto dal Sen. Ricardo Merlo.
L’ultimo spunto ce lo fornisce la notizia del gruppo formato al Senato da Mario Borghese, senatore del MAIE, e da altri cinque suoi colleghi: Noi Moderati – MAIE è di fatto la quarta gamba del nascente governo di centrodestra. Di fronte a questo, e alla potente ed eloquente foto che ritrae Mario Borghese, Ricardo Merlo e Francesco Lollobrigida, il cervello di molti è andato in tilt: ma che succede?
Nel Conte 1 il MAIE è al governo con Lega e M5S; nel Conte 2 governa con M5S e Pd. Ora si fidanza con il centrodestra. Com’è possibile?
Abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di tenore positivo: “Bene!”, “MAIE sempre protagonista”, “Gli italiani all’estero sempre in prima linea grazie al MAIE”… Ma ne abbiamo ricevuti anche altri, del tipo “opportunisti”, “voltagabbana” e via avanti.
Non è facile comprendere il MAIE. Ciascuno è libero di pensarla come vuole, ci mancherebbe. Noi, quando si parla di MAIE e delle sue mosse politiche, la pensiamo a modo nostro. Ovvero: opportunismo? No, opportunità. Voltagabbana? No, real politik. Interessi particolari? Sì, quelli che riguardano gli italiani all’estero.
Del resto, partiti distantissimi tra loro, non erano tutti dentro al governo Draghi? Lega e Pd, Forza Italia e M5s: tutti insieme appassionatamente. Era un governo d’emergenza, dite? In emergenza ci sono gli italiani nel mondo, alle prese con disservizi in tutto il mondo. Ecco che il MAIE risulta davvero essere la loro unica possibilità di salvezza.
Voltagabbana, dice qualcuno? Voltagabbana è chi cambia casacca politica a seconda delle proprie convenienze; chi viene eletto con un simbolo e poi cambia partito una, due, tre… infinite volte. Abbiamo avuto tanti esempi di voltagabbana nel corso delle ultime due legislature, anche tra gli eletti all’estero.
I parlamentari del MAIE, invece, da quando esiste il Movimento in Parlamento (dal 2008), non hanno mai cambiato casacca. Eletti con il proprio simbolo e i propri voti, sono sempre entrati nel Palazzo padroni di se stessi. Non devono nulla a nessuno. Se non ai propri elettori.
La partita, in questo inizio legislatura, è appena cominciata: ma il Movimento Associativo è già protagonista. La politica portata avanti da Merlo e i suoi continua, per l’ennesima volta, a rompere gli schemi, a sfasciare qualsiasi paradigma. Dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, che il MAIE è l’unica reale possibilità, per gli italiani nel mondo, di poter contare qualcosa a Roma; che è il MAIE l’unico strumento politico su cui puntare per portare avanti, a livello centrale, una vera politica per gli italiani all’estero.