L’economista Giulio Sapelli, riguardo i dati sulla crescita, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “C’è ormai un imperialismo economicistico, si parla sempre di economia perché i neo bocconiani riducono tutti gli aspetti della vita sociale all’economia, sembra che l’universo possa essere mosso solo dagli incentivi economici. Se l’economia ha invaso tutto come criterio di riferimento si deve parlare sempre di essa. Qui l’eccesso di quantità non è accompagnato dalla qualità”.
“Tutta la follia dello 0,2 cosa vuol dire? Tu puoi essere disceso di 6 punti l’anno prima e poi crescere di 0,2 e tutti dicono che c’è la ripresa, ma quale ripresa? Poi c’è il protagonismo dell’Istat che un tempo faceva una relazione annuale, oggi pubblica dati continuamente. Bisognerebbe parlare meno e pensare di più. Prima c’era molto più cautela. Il neo capitalismo finanzializzato e schiavistico è accompagnato dal capitalismo del protagonismo, che diffonde terrore sulle masse. Il mondo è cresciuto grazie al debito pubblico. C’è un impatto di ignoranza spaventosa, c’è il protagonismo e poi il fatto che sono tutti boccaloni, si bevono tutto. E’ troppo presto per dire che si è invertita la tendenza. Non abbiamo ancora raggiunto i punti di pil che abbiamo perso nel 2007. Sono 20 anni di politiche economiche sbagliate”.
“Come fa quel giovanotto di Di Maio e i suoi giovanotti del club di Armani, tutti pelati e ben vestiti, a dire che abbiamo invertito la rotta? L’economia è un’altra cosa. Non bisogna illudere la gente, che poi torna a casa e vede che il figlio non ha il posto di lavoro. L’economia non ha mai cambiato niente, le svolte sono culturali”.
Sulla flat tax. “Parole, parole, parole. Bisogna diminuire le tasse sulle imprese. Se non riforma la burocrazia e non si rivedono le leggi, come quella Madia, che hanno distrutto la PA non si risolve la situazione”.