Tempo di vacanze anche per gli italiani all’estero, soprattutto per coloro che risiedono nei paesi europei. Molti di questi, per tradizione, per consuetudine, per necessità o per affetto, si recano nei loro paesi di origine in Italia. Ma questa distinta tipologia di italiani vacanzieri in Italia sembrano quasi del tutto degli anonimi, dei personaggi ormai stantii e compassati, quasi scansati dalle cronache quotidiane e dal contesto generale, se non proprio dai loro vecchi amici e conoscenti.
Non compaiono nè tra i dati statistici nel momento in cui si fa la conta dei visitatori annuali che visitano il nostro Paese, nè tra coloro che hanno concorso ad incrementare il bilancio dello Stato italiano per l’effetto dei loro guadagni provenienti dall’estero.
La loro presenza sul territorio italiano, i loro investimenti economici ed affettivi, il loro attaccamento, la loro costanza ed assiduità, non sono ormai oggetto di alcuna attenzione. Questa non è solo una percezione, ma anche un realistico dato di fatto.
Tutto appare scontato. Che ci siano o meno, non ha nessuna importanza e significato. E se proprio si vuole prendere in esame la loro condizione, ci si limita a considerarli, facendo dei paragoni ingrati e superficiali dal sapore spesso provocatorio ed offensivo, dei fortunati a trovarsi lontano dai loro territori, quasi dei privilegiati, escludendoli a priori dalla possibilità di una civile e utile interlocuzione.
Quasi nessuno, neanche coloro che avrebbero il compito istituzionale di dedicare loro la dovuta attenzione, eventualmente coinvolgendoli adeguatamente nella loro programmazione territoriale, in considerazione della loro appartenenza, sente il dovere di coinvolgerli, limitandosi a considerarli solo in qualità di possessori di beni immobiliari sul territorio, sui quali si fanno gravare in modo scellerato oneri tassativi e tariffari da veri strozzini.
Sono forse questi segni evidenti del tempo che sta cambiando o di una sensibilità che ormai diventa sempre più merce rara, che conduce inesorabilmente in forma graduale e progressiva ad un allentamento o, in prospettiva, ad una lacerazione del rapporto tra gli italiani all’estero e le loro comunità territoriali di riferimento in Italia.
Tanti sono i fattori che concorrono a determinare questo doloroso stato di fatto e tra questi in primo luogo e’ da annoverare, nonostante quello che si vuole far credere con toni propagandistici, il crescente disinteresse da parte del mondo politico italiano alla realtà degli italiani all’estero.
Intanto il disagio degli italiani nel mondo nel vivere questo tipo di rapporto è sempre più sentito. Non sono pochi coloro che, considerando le varie e molteplici implicazioni, ritengono che forse sia meglio allentare, anche nell’interesse delle generazioni future, questo rapporto, fortificando il legame coi territori di accoglienza o allargando il loro orizzonte al di fuori dei loro territori di origine.
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