Nel centro Italia sconvolto dal terremoto e dalle catastrofi sono giorni drammatici e tristi. Nessuno ha il diritto di speculare sui morti, ma – pur volutamente evitando un diretto richiamo politico – non si può tacere davanti alle tragedie dell’Abruzzo e dell’Umbria, nella sconsolante disorganizzazione data dai vertici, soprattutto rispetto al lavoro insostituibile ed encomiabile di tanti volontari.
Per esempio, in un paese serio il dott. Sergio Bertolucci, responsabile della commissione “grandi rischi”, dovrebbe essere invitato a presentare celermente le proprie dimissioni. Non è possibile ascoltarlo domenica scorsa su RAI 3 fare chiaramente riferimento al disastro del Vajont a proposito dei pericoli per i bacini artificiali nelle zone terremotate in termini terrorizzanti, salvo poi subito iniziare in una serie di retromarce, distinguo, patetiche smentite quando si è reso conto della irresponsabilità e anche superficialità di quanto da lui dichiarato. Mettiamoci nei panni di chi abita a valle di quelle dighe!
(…) Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che “può arrivare un terremoto disastroso” perché lo sappiamo tutti, ma di una capillare organizzazione – come quella giapponese – che quando il disastro arriva ha almeno preorganizzato e spiegato bene alla gente come comportarsi. Si chiama “prevenzione” ma in Italia praticamente non la si fa mai.
Esempi? Un terremoto è un fenomeno ancora imprevedibile, ma pensate se un domani il Vesuvio si svegliasse. E’ normale che così sarà, lo ha sempre fatto nei millenni ed è anzi strano che taccia da ormai più di 70 anni, quindi sappiamo che l’eruzione ci sarà e sarà potente, ma non sappiamo “quando” succederà.
Pensate però alle sue conseguenze, con milioni di persone ammassate nell’hinterland napoletano senza un piano di evacuazione minimamente testato, con fabbricati costruiti addirittura “dentro” il cratere (!), nessun percorso di fuga, pervicace volontà a non pensarci, non organizzarsi, non decidere.
Se l’Appennino si sposta geologicamente di alcuni centimetri l’anno verso ovest è purtroppo normale che vi siano terremoti, l’anormalità è allora che i fabbricati siano costruiti senza obblighi tassativi nella speranza che non crollino per le scosse.
Anche il disastro dell’hotel del Gran Sasso deve pur avere dei responsabili: se da una settimana i meteorologi prevedevano neve in abbondanza e l’UNICA turbina in dotazione alla provincia di Pescara era fuori uso come mai NESSUNO si è posto PRIMA il problema? E se è stato lanciato l’allarme subito dopo la catastrofe perché è stato ridicolizzato ritardando i soccorsi che hanno cominciato a muoversi ore dopo? Come può una comunità nazionale essere serena quando si rende conto che ai vertici non c’è (più) una organizzazione e un coordinamento efficiente?
Non si specula sui morti e soprattutto bisogna ringraziare chi per giorni si è impegnato allo spasimo, ma se non ci si prepara per tempo la prossima emergenza sarà anche peggio e purtroppo arriverà presto. Non si è cattivi profeti ad immaginarlo: è solo probabilità statistica.
Discussione su questo articolo