Possiamo dirlo: le riforme sono un pasticcio. Non parlo solo dell’impasse tra le forze politiche al Senato ma anche del modo in cui esse sono state fatte. Per esempio, si deve riformare il Senato. Ora, non si sa quali saranno le competenze del nuovo Senato. Non si sa se il nuovo Senato sarà elettivo e, se non sarà elettivo, come saranno nominati i senatori. Inoltre, se il nuovo Senato non sarà elettivo, con un Presidente della Repubblica ed un Governo non elettivi la democrazia sarebbe inficiata. Quindi, bisognerebbe fare diventare elettivo il Presidente della Repubblica. Con un Presidente della Repubblica eletto dai cittadini, il Senato potrebbe essere eletto dai "grandi elettori", come avviene in Francia.
Inoltre, si debbono equilibrare i poteri tra Stato e Regioni. Bisogna fare in modo che le competenze dello Stato e quelle delle Regioni siano ben distinte. Oggi, vi è una grande confusione. Basti pensare alle Province. Esse sono state abolite o no? Le circoscrizioni estere saranno abolite (il Senato nei giorni scorsi ha comunque detto no all’abolizione della circoscrizione estero,ndr)? Non si sa ancora nulla.
L’ostruzionismo delle opposizioni non è accettabile come non è accettabile l’atteggiamento della maggioranza che ora vuole contingentare i tempi della discussione e mettere in atto la "ghigliottina".
Personalmente, ho il sospetto che il Presidente del Consiglio voglia forzare la mano a tutti per andare al voto. Ad oggi, la maggioranza di governo scricchiola. Tra le fibrillazioni dentro il Partito Democratico (la cui fronda è pronta a silurarlo) e nel Nuovo Centrodestra (una parte del quale è pronto a staccarsi e a tornare in Forza Italia), Renzi non si sente sicuro e potrebbe fare saltare il tavolo per andare ad elezioni anticipate. Intanto, l’Italia affonda.
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