Si può dire che il musical sia nato il 12 settembre 1866, giorno in cui negli Usa viene messa in scena per la prima volta un’opera (The Black Crook) nata dall’unione fra una compagnia di ballo e canto importata dall’Europa, con una compagnia di prosa locale. Questa collaborazione deriva dal fatto che la prima era rimasta senza un teatro in cui esibirsi mentre la seconda era alle prese con una produzione che si stava rivelando assai più costosa del previsto.
Il melodramma italico risultava ostico per i locali che culturalmente non erano preparati e quindi bisognava semplificarlo con la lingua e con musiche più popolari, “pop”.
Il musical ha quindi origine dai ceti popolari della società americana e si sviluppa come una forma di teatro rivolta alle masse e a un pubblico molto variegato. La sua struttura ed il suo stile permette allo spettatore di poter seguire lo spettacolo come un varietà, risultando più scorrevole e di più semplice comprensione rispetto alla prosa tradizionale.
In quel periodo l’Opera italiana, il melodramma insomma non era alla portata del popolo statunitense, di condizione culturale estremamente più semplice rispetto agli italiani, e quindi la musical comedy fu una semplificazione, ed ebbe successo perché proprio là si trovavano numerosi gruppi di immigrati appartenenti ad etnie differenti i quali spesso non parlavano o addirittura non conoscevano l’inglese, figuriamoci l’italiano.
La bravura degli atleti, la grazia delle ballerine, la capacità nel canto: sono queste le caratteristiche che hanno permesso la nascita e lo sviluppo di questa forma di spettacolo.
Partendo da New York e Broadway, nacque una tradizione che si diffonderà a macchia d’olio, portando la cultura del musical per le grandi e piccole città degli Stati Uniti.
Negli anni 20 alcuni spettacoli di Broadway cominciarono a raggiungere i teatri del West End a Londra la quale diventerà la grande capitale europea di questo genere teatrale.
Il musical si diffonderà successivamente in altre città d’Europa anche se risultava difficoltoso farlo conoscere ai paesi di lingua non anglosassone. Per far fronte a questo in alcune opere si è ricorso alla traduzione dei testi.
In Italia il successo del Musical è stato raggiunto a grandi livelli da Garinei e Giovannini con il successo planetario di “Rugantino” esportato anche negli U.S.A. con Aldo Fabrizi e Nino Manfredi, in una versione memorabile, oppure con “Aggiungi un posto a tavola”; insomma, anche in un genere non propriamente italiano, ma nato dall’esemplificazione del melodramma italico, i nostri attori e cantanti hanno saputo dire la loro.
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