Dunque, i nostri cari, carissimi parlamentari (e non può essere l’aggettivo scambiato per manifestazione d’affetto!) si preparano per una lunga, immeritata vacanza. Sappiamo che durante l’anno gli onorevoli lavorano al massimo un paio di giorni a settimana, sempre che schiacciare un bottone possa essere considerato lavoro. Per 8 giorni lavorativi al mese, si beccano uno stipendio mensile di oltre 13mila euro. Beati loro.
Ma è l’estate 2011 a riservarci il colmo dei colmi: mentre l’Italia è protagonista sui giornali di tutto il mondo a causa delle fibrillazioni dei suoi titoli di Stato e del rischio di finire come la Grecia, mentre il governo Berlusconi appare sempre meno stabile, i nostri politici se ne vanno in ferie. Da domani alla seconda settimana di settembre, la Camera resterà chiusa. Prima ci avevano raccontato la favola del ‘niente ferie, si lavora fino a Ferragosto’; poi però la marcia indietro: tutti in vacanza, e con la scusa di un pellegrinaggio in Terra Santa – no, non è una barzelletta – l’apertura del Parlamento è annunciata per il 12 settembre. Vacanze lunghe, come fossero bambini delle elementari. Ridicolo, l’ennesimo sfregio ai lavoratori, al popolo dei mille euro, alla società civile.
Questa politica ci costa sempre più e ci dà sempre meno. I parlamentari prendono in un mese lo stipendio che in un anno prende un operaio, che in due anni prende un giovane precario; e senza alcun merito, visto che sono tutti nominati dall’alto (tranne quelli all’estero, eletti con le preferenze), e senza capacità proprie di intervenire nel dibattito.
E a proposito di eletti all’estero, le notizie di cronaca degli ultimi mesi ci hanno dato conferma di quanto sia facile imbrogliare nel voto degli italiani all’estero. Chissà se se ne salva almeno uno. Del resto, è il meccanismo che induce chiunque in tentazione. Per questo va cambiato, e velocemente. Ci ritorneremo.
Riguardo la politica che va in vacanza, ci viene in mente quel film in cui il grande Alberto Sordi, nei panni del Marchese Del Grillo, diceva: "io sò io, e voi non siete un cazzo". Politici di destra e sinistra si assomigliano tutti quando si tratta di privilegi, soldi, benefici e auto blu.
A dir la verità Franceschini ieri ci ha provato: ha chiesto a Fini di riconvocare la conferenza dei capigruppo per anticipare l’apertura della Camera almeno di una settimana. Ma Fini ha detto no. Per lui, una settimana in più di pesca subacquea. E chissenefrega dell’Italia in difficoltà e dei problemi del popolo.
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