Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e consigliere regionale del Lazio, sull’ipotesi di tornare al voto nel Lazio dato che Zingaretti non ha la maggioranza, a Radio Cusano Campus ha detto: “Mi ha fatto piacere che ieri si siano espressi Salvini e Meloni, adesso aspettiamo Berlusconi e Di Maio senza nulla togliere a Parisi e a Lombardi. I numeri non ci sono. Io proponevo una firma dal notaio per fare in modo che non ci fossero influenze, colpi di scena all’ultimo secondo. L’altra ipotesi può essere quella della mozione di sfiducia da discutere subito in aula”.
“A me fa piacere che quella che qualcuno aveva bollato come un’iniziativa del tutto personale, sia stata sposata anche da due leader nazionali. A dimostrazione che io non sono la stampella di nessuno, anzi sono stato quello che ha gettato il sasso nello stagno e ha portato alla ribalta dell’opinione pubblica una cosa che si può fare.
Secondo me Zingaretti farebbe più bella figura a dimettersi. Anche perché può essere che lui avrà altre velleità, ma questo è un gioco a massacro per tutti i cittadini del Lazio. I 4 programmi sono tutti diversi e quindi le convergenze alla fine sarebbero solo sulle poltrone, sulle nomine di qualcuno. Se qualcuno vuole fare la stampella a Zingaretti basta che lo dica.
Non ci troverei niente di male se Zingaretti facesse un accordo con alcuni del M5S o alcuni transfughi da Forza Italia, l’importante è essere chiari. L’importante è che non si perda tempo con la scusa del ‘tengo famiglia’. Rispettando la figura dell’attuale presidente, io al posto suo sarei andato a casa. Quando amministri penso che tu debba avere la maggioranza per portare avanti le tue idee ed evitare che diventi un compromesso continuo”.
L’annuncio. “Per far stare tranquilli tutti dico che se si torna al voto io non mi ricandido a Presidente della regione, se no poi ricomincia il gioco al massacro. Rifarei tutta la vita quello che ho fatto, anche se sono rimasto basito che menti più abituate di me alla politica non abbiano detto subito presentiamo la mozione di sfiducia e torniamo al voto. Un Presidente non può governare una regione come il Lazio se per ogni provvedimento deve fare una trattativa.
La vita è anche questione di scelte, c’è chi ce l’ha rotonde e chi no. Il Lazio potrebbe essere il laboratorio per quello che accadrà sul nazionale. Roberta Lombardi ha fatto un post dicendo che loro non sono per la sfiducia dal notaio, però poi l’hanno fatto a Pomezia. Parisi? Penso che chi ha perso non si debba ricandidare. Se perdi una volta, due, poi alla terza diventi il gatto nero della politica, che quando vai in giro per strada la gente si gratta o cambia strada. Auguro una lunga carriera di manager a Stefano Parisi, ma la politica è un’altra cosa. Quando perdi due volte devi fare delle domande. Ne troveranno un altro, io non ci voglio più entrare, perché ti trinciano questi. Io resto tranquillamente a fare il sindaco”.