L’Avvocato Carlo Taormina è intervenuto su Radio Cusano Campus per commentare la ritrovata libertà della sua ex assistita Anna Franzoni.
L’importanza del processo mediatico. “Oggi il caso non è chiuso nell’opinione pubblica che ancora si divide tra innocentisti e colpevolisti. Questo è il frutto di quanto fatto sul piano mediatico che è stato secondo me importante e necessario. La pubblica accusa sferrava attacchi mediatici in modi forti ed incisivi per cui, come accade nei tribunali, serviva una controffensiva mediatica della difesa. Questo era necessario. Alla lunga si è capito che i processi mediatici devono essere fatti. Del resto, se l’accusa attacca mediaticamente la difesa non può che fare altrettanto. Esiste un processo nelle aule ed uno nelle televisioni. Quest’ultimo ha un’importanza molto forte. Questa giustizia non funziona, l’80% degli italiani non ha fiducia nella magistratura. Se non ci fossero giornalismo d’inchiesta e mediaticizzazione dei processi chi controllerebbe questi magistrati che fanno il bello ed il cattivo tempo?”.
Se una metà dell’Italia pensa che la Franzoni sia innocente, l’altra metà pensa che gli anni che lei ha scontato siano pochi. “Questo è il risultato della mia opera. È vero che ci sono stati altri avvocati ad assisterla. Il processo di primo e secondo grado l’ho fatto io ed ho fatto tre scelte fondamentali. La prima è stata quella del giudizio abbreviato che ha evitato l’ergastolo. La seconda è stato chiedere le attenuanti generiche con il processo d’appello e la terza è stato chiedere la perizia psichiatrica. Tutto ciò ha portato ai 16 anni di cui 3 condonati. A volte gli avvocati fanno i miracoli. Insomma, uccidere un figlio e fare dieci anni, cosa che dal punto di vista sociologico si può discutere, sul piano giudiziario per un avvocato è un miracolo”.