La delega legislativa sulla riforma del lavoro pubblico – che andra’ a completare l’intervento sul mercato del lavoro privato firmato dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ora all’esame del Parlamento – e’ pronta e andra’ in Consiglio dei Ministri la prossima settimana. A indicare i tempi e i capitoli su cui si articolera’ la riforma che riguarda gli ‘statali’ – come previsto dal ddl Fornero – e’ lo stesso ministro della Pubblica amministrazione e Semplificazione, Filippo Patroni Griffi.
Al centro della delega anche i licenziamenti disciplinari con un riordino normativo degli stessi ed un principio chiaro: ‘Renderli effettivi’. In sostanza, ‘se il dipendente pubblico sbaglia, deve pagare’. Cosi’ come c’e’ l’esigenza, ha sottolineato ancora Patroni Griffi, di ‘favorire la mobilita’ professionale tra le diverse amministrazioni’. Tutto questo insieme ad un sistema di valutazione che parta dalla qualita’ del servizio offerto e di premialita’, ad un aumento della produttivita’ e ad un intervento sulla dirigenza (assicurando una maggiore autonomia rispetto all’autorita’ politica) e sulla formazione dei dirigenti, rendendo anche ‘piu’ trasparente’ la loro selezione ed ‘effettivi’ i meccanismi di responsabilita’.
‘Bisogna poter verificare che il dirigente raggiunga gli obiettivi per i quali gli e’ stato conferito l’incarico e la possibilita’ di rimuoverlo se non raggiunge tali obiettivi’, ha detto Patroni Griffi, in audizione in commissione Finanze alla Camera e poi in commissione Affari costituzionali al Senato.
‘Il testo’ della delega ‘e’ pronto – ha detto il ministro – ma e’ ancora in lettura e lo stiamo esaminando’. Patroni Griffi – dopo che la scorsa settimana ha firmato l’intesa con i sindacati, le regioni, le province ed i comuni – ha spiegato che ‘manterremo il dato di fatto che differenzia il settore pubblico e privato della previsione prevalentemente nella legge e non nel contratto come avviene nel privato per le ipotesi di licenziamento. Su quello dobbiamo modellare le forme di tutele.
Questo aspetto va approfondito’, ha evidenziato, sottolineando che ‘abbiamo la necessita’ di rendere effettivi e meglio operative le ipotesi di licenziamento disciplinare dei dipendenti che non lavorano, che non funzionano, che non hanno un buon rendimento’. Se il nuovo articolo 18 varra’ o meno anche per gli statali, il ministro ha detto che una ‘risposta secca’ non c’e’, ma che questa e’ ‘da affidare al dibattito parlamentare’. E’ ‘un argomento che richiede approfondimenti tecnici, giuridici piuttosto complessi’: in una ‘strettoia di vincoli dobbiamo lavorare e trovare una soluzione opportuna’.
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