Giornata con il fiato sospeso per il Pd per il confronto tra governo e parti sociali arrivato al momento della verita’. Per Pier Luigi Bersani non ci sono subordinate: l’accordo ‘e’ assolutamente necessario’, ripete per tutta la giornata ai suoi interlocutori, e il governo deve fare di tutto per ‘colmare le distanze’ con i sindacati perche’ solo un’intesa su una riforma cosi’ cruciale ‘puo’ garantire la coesione sociale’. Cosi’ in serata dopo il vertice di palazzo Chigi che ha sancito lo strappo della Cgil, Bersani ha trattenuto il suo disappunto: ‘E’ chiaro che su quel che c’e’ di buono nell’impostazione del governo e su quel che c’e’ da migliorare e da correggere, a questo punto dovra’ pronunciarsi seriamente il Parlamento’. Il segretario del Pd ha quindi affidato alle Camere il verdetto finale nella speranza che nel frattempo alcune asperita’ possano essere limate e alla fine prevalga quella coesione sociale tanto ambita anche dal Colle. Piu’ fiducioso e’ apparso il suo vice Enrico Letta che ha gia’ anticipato il voto favorevole dei democratici: ‘Lavoreremo ancora, fino alla fine, per soluzioni piú condivise – ha detto – ma il nostro voto favorevole, pur con tanti distinguo, non puó essere in discussione’.
Anche nel pomeriggio, quando la strada sembrava tutta in salita, ai vertici del Pd non si erano perse le speranze. Ne’ la determinazione a spingere il governo a una mediazione perche’, si osserva al Pd, nel vertice tra il premier Mario Monti e i leader della maggioranza il mandato all’esecutivo era di convincere sulla riforma tutti gli attori della trattativa. La preoccupazione del Pd non e’ solo, in caso di rottura, di trovarsi a dover sostenere in Parlamento una riforma che non ha il via libera della Cgil. ‘Il messaggio utile – e’ convinto il leader Pd – per l’Italia e per il mondo e’ che l’Italia sta affrontando le riforme e, come nei momenti piu’ difficili, riesce a costruire una coesione sociale che metta il paese sulla strada della fiducia’. Con l’obiettivo dell’accordo, da una settimana Bersani si e’ messo al lavoro con un pressing sul governo e sulle parti sociali. ‘Ognuno deve dare qualche segnale – e’ la linea illustrata oggi dal segretario Pd nella riunione di segreteria – e in questa chiave si puo’ affrontare una manutenzione dell’art.18 che non tocchi il pilastro della giusta causa’. E nella direzione di una manutenzione sembra andare per Bersani il modello illustrato dal ministro Elsa Fornero al tavolo a Palazzo Chigi anche se la cautela e’ d’obbligo visto che manca un testo che metta nero su bianco. E per i testi finali, e quindi anche per la trattativa, incalza il Pd, c’e’ tempo visto che, si osserva, il ministro stesso ha spiegato che i testi si chiudono venerdi’. ‘La trattativa prosegua e porti il prezioso risultato di un accordo unitario’, chiede l’ex ministro filo-Cgil Cesare Damiano, che apprezza la stretta del governo sui contratti a tempo determinato e meno il solo indennizzo per i lavoratori licenziati per motivi economici.
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