Quello che consola in questo nefasto periodo di crisi economico-finanziaria e politica è avere un o una Presidente di Camera veramente illuminata, che, nonostante i "soliti" critici ignoranti, continua la battaglia di genere sulla lingua italiana.
L’on. Laura Boldrini rivendica quel "la" al posto di "il" davanti a "presidente", "ministro", "assessore" ed ora, addirittura, porta a Montecitorio un vademecum presentato da Cecilia Robustelli, docente di linguistica italiana all’Università di Modena, dal titolo "Donne, grammatica e media".
Insomma, dopo Monti che ci illuminò sullo "spread", la Fornero, che spese il suo periodo da ministro a spiegarci tante "cosucce" che gli italiani da ignorantoni non erano riusciti ad apprendere, ora c’è Laura Boldrini che, dopo un duro lavoro all’ONU, caratterizzato da sacrifici di ogni tipo per avere una chiara visione dei "sofferenti", ci dà lezioni di grammatica e di civiltà.
Non tollera che ai turisti siano offerti servizi lussuosi mentre si accolgono gli extracomunitari in luoghi inaccettabili. Forse potrebbe cominciare lei a rinunciare ad agevolazioni e servizi non proprio spartani e spendere qualche parola per i nostri bisognosi che, purtroppo, continuano ad aumentare.
Vabbè, sperare che Boldrini la smetta di arrampicarsi sugli specchi per avere visibilità, che metta da parte la sua aria di persona che partecipa alle sofferenze altrui, ma solo per quelli che dice lei, e, nel contempo, rinunci ai vari privilegi, "campa cavallo…". Tra il dire e il fare…
Non mi sembra, infatti, che abbia mai ospitato gli immigrati nelle sue proprietà, che abbia mai devoluto parte dei suoi compensi ai centri di raccolta, che abbia mai affrontato i problemi dei nostri poveri, pur se il 6/4/2013, a Civitanova Marche, ha detto: "Non immaginavo che in Italia ci fosse tanta povertà". Ebbene, ora che lo sa, cosa fa per farla diminuire? Rivolge un invito ai poveri africani a venire da noi poichè da noi, a spese di tutti, compresi i nostri poveri, saranno trattati bene.
Un’altra devastante ossessione di Boldrini riguarda la questione della desinenza in "A"; in questi giorni su Twitter si è chiesta: "Nessun uomo insegnante verrebbe mai chiamato maestra. Perché una donna che dirige un giornale viene chiamata direttore?". C’è veramente da dire che Boldrini ha messo a fuoco i veri e scottanti problemi italiani, che non sappia fare di meglio e di più?
Un mio amico, parlando di una conoscente gran bella donna, disse: "se la metti in un spremi-agrumi dopo la spremitura non rimane niente". Sagge parole.
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