Il Ministero della Cultura ha candidato la città di Latina Capitale Italiana della Cultura per il 2026. Questa è una bellissima notizia. Latina rappresenta quell’Italia che vuole andare avanti, ancora oggi.
Inaugurata nel 1932, Latina nacque dopo l’opera di bonifica fatta nell’Agro Pontino tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. L’Agro Pontino è una zona storica, fu oggetto di attenzione fin dall’epoca romana. Lo stesso Giulio Cesare si adoperò per renderla abitabile.
San Paolo trovò ristoro in quella zona, prima di giungere a Roma.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la zona cadde nell’incuria. La palude tornò ad impadronirsi di quella terra. Il re degli Ostrogoti e patrizio dei Romani Teodorico (454-526) tentò di bonificare nuovamente la zona. Poi, nel IX secolo, ci furono le incursioni dei Saraceni. Le popolazioni abbandonarono quelle terre costiere, per cercare sicurezza.
Così, l’Agro Pontino divenne una zona paludosa infestata dalle zanzare Anopheles, i vettori del plasmodio della malaria. Dopo la bonifica, divenne una terra fertilissima che attirò genti del Lazio e di fuori. Infatti, ancora oggi, noi vediamo una popolazione piuttosto variegata nella zona. Persone di origine piemontese, veneta, friulana, lombarda, emiliana, romagnola, toscana, abruzzese e siciliana.
Andando a Latina, possiamo sentire cognomi lombardi, veneti e di altre zone d’Italia. Dunque, la popolazione di Latina, che fu Littoria fino al 1945, ha sangue di altre regioni che scorre nelle sue vene. Tutti lavorarono per rendere quel posto decente. Per questo motivo, la scelta di Latina è più che positiva.
Latina rappresenta degnamente l’operosità e la cultura di un popolo. E’ un’ottima candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura.