Virgilio Vidor, 71 anni, romano, di Fregene, é uno studioso con caratteristiche poco comuni ed é conosciuto ovunque per ottenere risultati nuovi, strabilianti ed unici in Viticoltura tropicale. La sua scienza é fatta piú che di rigore accademico, di intuito rivelatore, sensazioni, immaginazione, gioco, emozioni e creativitá, come lo sono un pittore, un poeta, un musicista o uno scultore.
É conosciuto come “l’artista della natura” o “l’artista dell’uva”. Partito agli inizi degli anni ’70 da Fregene con suo fratello Giuseppe (ora viticoltore in California) e i genitori Fiorenzo Vidor (Col S. Martino, Treviso) e Rina Enzo (Burano, Venezia), vive da quasi 50 anni in America Centrale, e stabilmente in Costa Rica. Il suo sogno era coltivare la vite ai tropici, creando nuovi ed unici vitigni realmente tropicali. Il sogno si é ora realizzato, dando al Centroamerica i suoi primi vitigni autoctoni, con la costituzione di ibridi tra specie locali selvatiche con uve europee. “Non sono andato via dall’Italia”, dice. “Sono venuto a trovare me stesso”. I suoi genitori furono eccezionali, appoggiando ai figli nel loro sogno di vivere pacificamente in armonia con la natura, per cui si ritrovarono a emigrare anche loro in Costa Rica, fondando a Playa Panama in Guanacaste, una piccola azienda agricola e sperimentale. A Fregene allora, sembrava una pazzia la loro scelta. Questa famiglia, da subito famosa in Centroamerica e nel mondo, dette negli anni ’70 al Costa Rica la sua prima uva di qualitá, con la quale poi, una fabbrica locale produsse il primo vino. Tutto ció, anche nell’ambito di un progetto finanziato dagli USA e dal Costa Rica, in cui l’azienda fu un Centro Sperimentale di Viticoltura Tropicale (CEVT), con 350 varietá di uve. Poi, finiti i finanziamenti statali, si dovette chiudere il CEVT.
Dagli anni ’80, fu per molti anni Capo Missione principalmente per la UE, di programmi di cooperazione allo Sviluppo in Centroamerica, per cui seguiva un po’ meno le sue ricerche. Dal 1992 e ancor piú dal 2007, ha fondato il Giardino/Laboratorio VITIS VIDOR a Curridabat in Costa Rica a 1300 metri di altezza (piccolo come azienda, ma grande come giardino), che é un famoso santuario di collezioni di viti (circa 800 tipi, di cui 600 ibridi suoi in corso di studio). Vidor é ora il massimo esperto e referente storico e scientifico sulla Viticultura Tropicale in Centroamerica. Riceve turisti locali e internazionali, studiosi, enologi, sommellieres, istituzioni, scuole, agricoltori, in cerca di piantine, consigli, laboratori didattici, conferenze, consulenze e degustazione di vini. Il suo lavoro é noto da molti anni in molti media internazionali, compresa l’Italia. I suoi vitigni li ottiene ibridando le viti mediterranee e americane con le selvatiche tropicali locali, promuovendo innovazione e sviluppo. Se in futuro oltre al caffè la Costa Rica potrà offrire vino, sarà proprio grazie a lui che, pur non avendo finito gli studi superiori aveva il sogno di essere scienziato. Ce l’ha fatta, laureandosi direttamente sul campo, dando tra l’altro alle future varietá di viti del Costa Rica, tutti nomi italiani. Tra l’altro, sono quasi tutte resistenti al batterio “Xylella Fastidiosa”, incurabile al momento ed endemico in Centroamerica, che distrugge olivi e viti in Europa, compresa l’Italia (chissá, forse queste sue viti tornerebbero utili anche in Italia). Una nuova viticoltura tropicale diffusa da Vidor sta nascendo, cambiando la vecchia pratica locale di adattare uve europee ai tropici con costi alti e prodotti scadenti. Ci ricorda che, per non disporre di tempo, ha un gran bisogno di un aiuto per sistematizzare accademicamente il suo lavoro.
Per ottenere e provare un ibrido ci vuole un minimo di 10 anni, con il rischio di fallire. Quindi, il suo lavoro come “Padre fondatore della Vitivinicoltura Tropicale” nell’ultimo mezzo secolo di storia costaricense, é un contributo enorme alla scienza, cultura ed economía futura. Con pazienza, tempo e risorse proprie, fece quasi sempre tutto da solo, con certi appoggi di Ministeri, Istituzioni e Universitá. A breve si celebreranno due secoli di indipendenza del Costa Rica, per cui sarebbe importante e lecito suggerire di onorare localmente anche i risultati dati a favore del paese, dal nostro connazionale nell’ultimo mezzo secolo, come tra l’altro, é doveroso e lecito auspicare un importante riconoscimento onorifico anche dall’Italia… Culturalmente, il suo lavoro é una risposta a un’unione sincrética tra il concetto storico di sacralitá della “Vitis Vinifera” mediterranea e la “Vitis Tiliifolia” indigena locale. La prima, come fonte di vita per il suo vino; la seconda, come fonte di vita per la sua linfa che sgorga per i viandanti assetati. Infatti “vite”, significa “vita”. Il suo amore per la scienza, natura e societá, gli ha dato l’immaginazione e il coraggio di affrontare e vincere, sognando una viticoltura nuova portatrice di benessere e cultura. Non dargli ragione é proprio difficile: i prezzi dell’ uva e del vino da queste parti, sono proibitivi… Con il valore aggiunto di questo nuovo concetto, il futuro dovrebbe essere roseo per le nuove uve e vini tropicali, essendo una novitá assoluta. Vidor é in contatto con varie Universitá, Ministeri, l’ Istituto di Ricerca agricola (INTA) ed altre istituzioni per ideare, finanziare e facilitare progetti viticoli, oltre le ricerche di Virgilio Vidor con laboratori per analisi filogenetiche, biochimiche, biomediche, ecc. Speriamo che ció sia proprio possibile.
Ricerca da almeno 15 anni (esigentissimo nella scelta) giovani disposti a continuare il suo lavoro scientifico in Costa Rica. I figli Mariano, Claudio e Aurelio, noti professionisti ed artisti, hanno altre passioni e il nipote Adriano é piccolo. Virgilio promuove che le tesi di studio dei giovani, possano versare sulla sua ricerca, che non sempre si é potuta fare con rigore in passato, per mancanza di tempo. Vidor sta contribuendo senza interessi propri, al benessere comune (al momento, 80.000 followers in Facebook, 55.000 visioni in Youtube e 15.000 contatti in linkedin) . La sua leadership socioeconomica é enorme in Centro America (piú di 2 milioni di poveri beneficiati in 40 anni, dirigendo programmi USAID, EUROPEAID e IDB), rappresentando con eccellenza e onore il nostro Paese. D’altro canto, é auspicabile dall’Italia piú attenzione e aiuto a questi connazionali all’estero non solo con servizi e diritti, ma appoggiandone gli apporti artistici, culturali e scientifici, che danno ai popoli che li ospitano. Il valore aggiunto che ne deriverá a favore del nostro Paese e Paesi amici, sará enorme come afferma l’ On. Merlo in “L’Italia con voi”. Infine, per essere la vite adatta all’Agricoltura Urbana e Periurbana, come Esperto in Cooperazione allo Sviluppo, Vidor auspica il ritorno all’approccio produttivo piccolo e specializzato dei nostri nonni, in chiave moderna. La nascita di prodotti artigianali e agroindustriali, di alta qualitá a chilometro zero in un livello associativo locale, é importante. L’agricoltura familiare con rispetto ambientale, é vitale per la sicurezza alimentare; dá coesione sociale, diminuendo la violenza (una cittá verde lo é meno di una che non é verde). Auguriamo a Virgilio Vidor di raggiungere tutte le sue mete, con il suo lavoro duro, bello e meritevole.
Virgilio Vidor ci indica che puó essere contattato ai seguenti links: atevidor@gmail.com https://www.facebook.com/virgiliovidor14/ https://www.youtube.com/channel/UCIOeZAkNXKMOj3a1376gF0w https://www.linkedin.com/in/virgilio-vidor-0676a71b/ https://www.instagram.com/virgilio.vidor/?hl=es-la