«“Se c’è la Restaurazione si vedrà. Intanto litigare con questi è quasi impossibile”, dice Andrea Romano, deputato renziano. E d’altra parte c’è qualcosa di avvolgente e quasi di sedativo in Zingaretti, e cioè il romanesimo, ovvero quel modo di stare a sinistra che condividono tutti quelli cresciuti a Roma con Walter Veltroni e Goffredo Bettini: i supplì e le trattorie, i friccichi de luna e il volemose bene. A Roma la ritualità non è confliggente, ma semmai è confluente. Uno dei soprannomi di Zingaretti è non a caso “saponetta”, non il tipo di tiranno reazionario alla Carlo X. E dev’essere anche per questo che alla Restaurazione insaponata nessuno resiste, nemmeno Renzi, troppo ammaccato, figurarsi i renziani, che evitano istintivamente di pensare alle azioni del loro capo – che si fa chiamare senatore e gira il mondo come una vecchia gloria del rock ‘n’roll». [Salvatore Merlo, Il Foglio]
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